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martedì 27 ottobre 2009

Di zombie, vampiri, satanassi vari e della cara vecchia festa dei morti

Halloween rosso sangue: al cinema vince la paura. Così un articolo su Repubblica. Pare che nei cinema stiano furoreggiando zombie, vampiri, ed attività paranormali.
Sarà che ho superato da qualche tempo i quaranta; sarà che questa roba non mi ha mai entusiasmato; sarà che pur essendo amante del mondo anglosassone, se potessi fonderei una scuola di resistenza per la protezione della cultura latina e mediterranea, ormai in via di estinzione come e più dei panda.
Fatto sta che più parlano di questa festa, e più mi tornano alla memoria i giorni in cui al posto di mostri, zombie, paranormale, streghe, si parlava molto semplicemente, senza parossismi di sapore vagamente isterico, di morti e di santi.
E la festa dei morti era per noi bambini siciliani di un tempo l'unica occasione dell'anno in cui ci si risvegliava e si trovavano regali sparsi per il salotto, insieme ai dolci di marzapane (altro che dolcetto o scherzetto: quelli erano e sono dolci che non si scherza), che coloravano di allegria e sapore una mattina speciale.
Mattina speciale che seguiva una notte speciale, trascorsa immaginando i propri cari morti che si danno da fare per scegliere i regali e portarli a casa in modi misteriosi, che stimolavano la fantasia e, soprattutto, eccitavano la riconoscenza nei loro confronti e dilatavano l'affetto, aprendo il cuore alla  preghiera ("L'eterno riposo dona loro o Signore...") ed alla accettazione serena della morte come un passaggio naturale della vita, che conduce verso luoghi migliori, dove il dono è cifra di relazione autentica e di festa per tutti.
Sono riconoscente alla vita, ai miei antenati, alla cultura e alla saggezza che è stata tramandata nei secoli sino a lambire la mia esistenza e ad impregnarla di significati antichi e sempre nuovi insieme.
Provo a continuare il giro con i miei figli, ma tenere a bada zombie, streghe, satanassi vari, non è semplice. Per fortuna continuano ad esserci i miei cari morti a darmi una mano: sinora infatti pare che, miracolosamente, i miei pargoli non abbiano subìto più di tanto il fascino dell'esoterico...
Così, quando si sveglieranno eccitati e correranno in salotto come ogni anno, tra giochi più o meno tradizionali e dolci più o meno genuini,  al massimo, se proprio non se ne può fare a meno, come concessione al "nuovo che avanza" troveranno una zucca...

sabato 8 agosto 2009

Il mio mare


Le ho scattate un paio d'ore fa. Dietro il recinto che si intravede ci sono i ruderi del parco archeologico di Kaukana, vestigia di un insediamento risalente al III secolo A.C., successivamente porto commerciale di una certa importanza in epoca romana e bizantina, fino alla sua distruzione ad opera dei saraceni.
Adiacente al faro, invece, c'è la casa del Commissario Montalbano, quella che si vede nei film.
La latitudine orientativamente dovrebbe essere a sud di Tunisi.
Questo è il mare in cui sono cresciuto, estate dopo estate.

mercoledì 5 agosto 2009

Calderoli e gli stipendi

Calderoli dice che siccome il costo della vita al Nord è del 16,5% più alto, bisognerebbe adeguare gli stipendi al costo della vita effettivo. Giusto, non fa una grinza. Il parametro poi mi sembra corretto.

Certo, se ne potrebbe usare anche qualcun altro.

Ad esempio, parametrare gli stipendi in misura inversamente proporzionale ai servizi effettivamente garantiti dallo Stato.

Dalle mie parti, cito a caso, in tema di trasporti non temiamo concorrenza: niente autostrada, per fare 100 chilometri 100 in treno occorrono 360 minuti 360.

Ma secondo questo parametro dovrebbero aumentarmi lo stipendio del 600%, e temo che a Calderoli questo non andrebbe a genio.

Si potrebbe pure cominciare così però: adeguare gli stipendi dei parlamentari secondo un criterio di proporzionalità inversa rispetto al livello di idiozia delle loro proposte politiche.

Certo, si correrebbe il rischio di vedere scomparire dal Parlamento, per inedia, oltre ad un certo numero di membri di tutti gli schieramenti, anche un partito pressochè al completo.

E questo non sarebbe democratico: mi rendo ben conto che chi sta lì lo fa per rappresentare degnamente chi lo ha votato...