Ancora giovani pazienti che non vogliono vivere. In modo simbolico, sballandosi con ogni tipo di sostanza o comportamento, sino all'inverosimile, e giocandosi il cervello già in adolescenza; o in modo reale, tentando di farla finita. E mi chiedono "a che serve la vita", "perché dovrei vivere, non credo in nulla". Senza credere tanto neanche alla domanda che fanno, o almeno senza far mostra di crederci. Tutto indifferente, tutto uguale, tutto terribilmente banale.
Faccio quel che posso, e quello che posso è il mio mestiere, che amo anche quando le spalle si curvano sotto il peso delle vite/non vite altrui.
Mi sembra che giorno dopo giorno aumenti, soprattutto nelle persone più fragili ed indifese, e specie nei ragazzi (almeno quelli che vedo per lavoro), l'impatto destruente del cinismo e del nichilismo ormai promossi a visione del mondo quasi obbligata.
Quando le teste d'uovo che diffondono il nulla spacciandolo per cultura si renderanno conto che uccidono gente?
Poveri ragazzi, dovrebbero essere raggiunti da qualcuno che gli faccia conoscere il valore della vita. È una specie di corsa contro il tempo, contro la fuga degli stupefacenti, contro chi vive nel lusso commerciando la morte
RispondiEliminaCarissimo Vincenzo,
RispondiEliminaanch'io avevo pensato questa cosa!!!
Pensavo: se si rendessero conto, negli eleganti salotti parigini (che rompono i coglioni dal XVIII secolo in qua, e lo dice uno che ama la Francia) che le loro raffinatissime troiate si trasformano, dopo un po', in omicidi, in stragi, talora anche in genocidi...
Ma, in un salotto, tutto è così bello, come fai a pensare alla morte? Eh, sì, è difficile: occorrerebbero l'intelligenza e un solido paio di coglioni, per non belare insieme al gregge.
[Troppe parolacce? Dici che sto rasentando la sindrome di Tourette? ;-)]
Un abbraccio!
Aù
@Hayal'el
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento. Un saluto.
@Orsobruno
Aù, guarda che se continui così non ti invitano in quei salotti, anche se ci tieni tanto. Che volgavità...
Un abbraccio a te :).
Mi rendo conto anch'io che i giovani sono sempre più fragili...e non hanno punti di riferimento...
RispondiEliminaVince, hai detto bene "nichilismo mortifero" che ormai impregna la società. Un afflato pestilenziale che copre tutto.
RispondiEliminaLa nostra società decadente sta percorrendo il tratto discendente della parabola con ritmo sostenuto. Lo avverto con le nuove generazioni che arrivano sui banchi, a scuola.
Fragilità imperante!
Ieri, ultimo atto degli esami di terza media: una ragazzina, peraltro brava e studiosa, quasi sveniva per l'ansia. Un fiume di lacrime tra lei e la sua genitrice, che era lì per supportarla!
Un'altra si è fatta prendere da una crisi isterica. E non sono episodi isolati.
Non deve essere facile per te...
Bacioni salentini.
annarita
@Stella
RispondiEliminaGrazie e benvenuta!
@annarita
Carissima Annarita, e si continua a parlare di "emergenza educativa"... No che non è facile, penso che a breve non lo sarà per nessuno. E soprattutto penso non sia affatto facile per loro...
Bacioni a te.
Certo che spaventa molto il futuro per questi giovani...Come si fa a contrastare un tale atteggiamento verso la vita?
RispondiEliminaE' solo la punta dell'iceberg, poi giustamente c'è la "cultura" cui hai accennato e che si insinua ovunque. Qui non credo ci siano terapie che tengano, c'è soprattutto un lavoro di prevenzione culturale, la vera battaglia (quella che si può ancora vincere, cioè) è questa. In quell'altra si fa quel che si può -- che può essere anche molto, in certi casi, come penso tu stia dimostrando. Buon lavoro, dottore!
RispondiElimina@Angelo azzurro & rob
RispondiEliminaCaro rob, hai scritto quella che sarebbe stata la mia risposta ad Angelo azzurro. Sono del tutto d'accordo con te.
Grazie ad entrambi.
Questa prospettiva dovrebbe portarci inesorabilmente verso una più attenta e dettagliata analisi di noi stessi e di quale esempio siamo capaci di essere per i bambini di oggi che presto saranno i ragazzi e gli uomini del domani!Facciamo davvero tutto quello che è necessario per far amare loro la vita e tutto quello che ruota intorno ad essa? E noi quanto amiamo la vita e per noi che valore ha?
RispondiEliminaTutte queste domande hanno motivo di trovare risposte concrete solo se sappiamo rispettare chi è diverso da noi e chi la pensa diversamente da noi, tutto passa attraverso il rispetto, oserei dire come provocazione, ma tutti i genitori sanno accogliere con spirito costruttivo le prime turbolenze esistenziali dei loro figli e sanno costruire un sano confronto educativo fatto di regole autorevoli ma allo stesso tempo di amore e tenerezza? O invece è più semplice , in generale, affermare che le nuove generazioni non valgono nulla...
Francamente e senza generalizzare nè giustificare chi si lascia travolgere o cade vittima delle scelte "sbagliate", penso che noi adulti abbiamo molte responsabilità ma purtroppo quando ci si accorge di quello che sta accadendo, haimè è davvero troppo tardi!
Ciao Vincenzo, spero abbia colto il mio punto di vista che non vuole essere una "condanna" nei confronti di nessuno in particolare, bensì una piccola analisi personale.