venerdì 5 febbraio 2010

Un anno dopo: il senatore Marino ed il New England Journal of Medicine


Citazione da Doctor News, una newsletter per medici che ricevo regolarmente:
Il 9 febbraio di un anno fa "Eluana Englaro, dopo 17 anni passati senza coscienza in un letto, divenne finalmente libera. Liberata dall'impegno civile di un padre esemplare e dal sussulto democratico di una parte del Paese che non tollerava l'illecita invadenza dello Stato nell'imporre ad una persona terapie non volute per prolungarne l'agonia". Così il senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, ricorda per l'ADNKRONOS SALUTE la vicenda di Englaro a un anno dalla morte. "Il dibattito sulla legge per il testamento biologico - dice Marino - fu allora travolto. E nell'Aula del Senato si arrivò all'approvazione di una legge contro la libertà di scelta, calpestando il principio dell'autodeterminazione dell'individuo. L'ultima autorevole rilevazione demoscopica (Rapporto Italia 2010, Eurispes) conferma che ben l'81,4% degli italiani è favorevole a una legge che istituisca in Italia il testamento biologico, mentre il 74,5% dei cittadini non condivide l'ipotesi che il medico possa opporsi alle volontà espresse dal paziente nelle dichiarazioni anticipate di trattamento". Se la legge sul testamento biologico, ora all'esame della Commissione Affari sociali della Camera, venisse approvata senza modifiche rispetto al testo licenziato dal Senato, "il Paese - secondo Marino - farebbe fatica ad accettarla: norme contro le evidenze scientifiche e le libertà individuali, contro la libertà di scelta sulla sospensione di idratazione e nutrizione artificiali, contro la vincolatività delle dichiarazioni anticipate di trattamento, contro il diritto fondamentale di proseguire oppure di sospendere alcune terapie".

Per la verità in questi giorni ho ripensato più volte con tristezza a quello che è successo un anno fa, e che in qualche modo mi aveva dato la spinta emotiva per dar vita a questo blog. 
Ci ho pensato con tristezza perchè a mio parere la civiltà del nostro Paese e la sua antica cultura medica hanno subìto una ferita che rischia di essere mortale, e perchè credo che in questa storia abbiamo perso tutti qualcosa.
Ma questi sono pensieri miei. Mi auguravo, senza sperarci troppo, che chi aveva portato avanti o fiancheggiato con pervicacia questa "iniziativa" che si è conclusa  insieme all'esistenza terrena di una creatura umana indifesa, con il primo anniversario provasse a tenere i toni bassi, evitando di fare proclami roboanti e di continuare a buttarla in modo stucchevole sull'ideologia più sfacciata, salvo continuare ad accusare di approccio ideologico chi la pensa diversamente.
Pare che il senatore Marino non si sia lasciato sfuggire l'occasione di questo triste anniversario per partire ancora una volta all'attacco. E per il fatto di essere medico, che stimo pure molto per quello che ha fatto a Palermo con l'ISMETT, lascia intendere in questa dichiarazione che le evidenze scientifiche starebbero dalla sua parte. 
Peccato però che proprio in contemporanea con le sue dichiarazioni è stata pubblicata dall'ANSA una notizia relativa ad un articolo appena uscito su una delle più autorevoli riviste mediche internazionali, il New England Journal of Medicine. In questo articolo viene raccontato di come è stato possibile accertare, attraverso la risonanza magnetica funzionale, che 4 soggetti sui 23 esaminati, tutti in stato vegetativo, rispondevano "col pensiero" alle domande poste dai sanitari. Significa che è stato accertato scientificamente che almeno 4 di questi 23 pazienti presentavano livelli di coscienza del tutto inaspettati e sorprendenti.
Questa  è una evidenza scientifica, e dovrebbe, credo, costringere ogni medico in buona fede e realmente innamorato del suo mestiere, a chinare la testa ed ammettere che ci sono tante, ma proprio tante cose che non sappiamo, che molte delle cose che crediamo di sapere le sappiamo solo molto parzialmente e probabilmente male, e che come insegnavano una volta all'Università il primo comandamento per ogni medico che si rispetti dovrebbe essere "per prima cosa non nuocere".
Pronuncerebbe ancora il senatore dottor Marino quella stessa frase che trovo a dir poco raggelante nella sua livida banalità, "divenne finalmente libera", alla luce di queste nuove evidenze scientifiche
Non gli viene il laico dubbio, lui che di laicità dice di intendersi, che forse, sempre alla luce di queste notizie, ci potrebbe essere anche solo una remota possibilità che le norme contro le evidenze scientifiche siano quelle che vorrebbe fare lui?
Parole al vento, anzi controvento, continuo a credere e temere, ma non riesco a non dirle...