venerdì 25 dicembre 2009

Buon Natale

...Soffiasse davvero quel vento di scirocco e arrivasse ogni giorno per spingerci a guardare dietro la faccia abusata delle cose, nei labirinti oscuri delle case, dentro lo specchio segreto di ogni viso, dentro di noi...


Scirocco, Francesco Guccini 1987 

sabato 19 dicembre 2009

Moustapha, il semaforo ed un sorriso

Semaforo rosso. Sono in moto. Il venditore di fazzolettini si rivolge a me tutto contento: "Guarda, Natale!". Giro lo sguardo verso dove guarda lui, e vedo tre ragazze che attraversano la strada con un berretto da Babbo Natale in testa e, ciascuna, uno strumento a fiato in mano. Osservo la scatola di cartone che porta a tracolla, su cui ha sistemato i pacchetti di fazzolettini. C' è scritto a penna Moustapha. Le ragazze gli passano vicino, e lui prova una specie di abbordaggio veloce: "ciao bellissime!". Si scambiano qualche battuta sorridendosi per qualche secondo, ma non sento cosa si dicono. Poi loro continuano per la loro strada. Moustapha si rivolge di nuovo a me, con un sorriso a 64 denti, semiestatico: "ragazze, bellissime...perchè io ...". Il semaforo diventa verde. Devo ripartire. Gli sorrido anch'io da dietro il casco, alzo la mano per salutarlo, e riparto. Penso che è raro che da un incontro con uno dei "commandos" dei semafori nasca un sorriso. E penso pure che quelle poche volte non è mai per mia iniziativa. Il sorriso sfuma leggermente...

domenica 13 dicembre 2009

Il "Galilei siciliano": Giovan Battista Hodierna


Il sole, per l’intensità della sua luce, è agente efficacissimo. Ma l’uomo, per l’esimia potenza dell’intelletto, agisce con una forza di gran lunga superiore a quella del sole”       
 G. B. Hodierna 

Nacque a Ragusa il 13 aprile 1597 da mastro Vito, artigiano, e Serafina Rizzo. La sua famiglia era di umili origini. Il padre, probabilmente facendolo seguire da qualche chierico,  riuscì a farlo studiare quel tanto che bastava ad imparare a leggere, scrivere, e far di conto.
Non si sa molto altro della sua giovinezza, se non che era dotato di particolare intelligenza e desiderio di conoscenza. Si appassionò allo studio della matematica, della filosofia (studiò da solo sui libri di Aristotele), dell'astronomia, delle scienze naturali, e fu anche poeta e sacerdote.
In particolare, lo studio delle opere di Agostino Nifo su Aristotele, gli suscitò un grande desiderio di vedere e studiare le comete.
Per la condizione di povertà della sua famiglia, viveva in una piccola casetta situata in una valle che circondava l'antica Ragusa. Trovandosi quindi in un luogo basso circondato da colline, non gli era agevole osservare il cielo, per cui cominciò  a passare notti solitarie sulla cima di una di quelle colline, dedicandosi all'osservazione delle stelle.
Inizialmente senza nessuna strumentazione; successivamente, con l'aiuto probabilmente di uno dei primi tipi di cannocchiale galileiano che si trovavano in Europa in quel periodo, capaci di appena 20 ingrandimenti.
Dopo qualche tempo, probabilmente qualcuno si intenerì a vedere quel ragazzo che passava le notti all'addiaccio per guardare le stelle, ed ottenne il permesso di usare il campanile della chiesa di San Nicola per le sue osservazioni.
La fortuna premiò i suoi sforzi e le sue fatiche il 12 novembre 1618, quando potè osservare quelle stesse tre comete che, a sua insaputa, venivano nello stesso momento osservate da tutti i più grandi astronomi dell'epoca. Erano le stesse comete che avrebbero originato la controversia tra Galileo Galilei ed il gesuita Orazio Grassi, che può essere considerata uno degli antefatti del triste processo da parte del Sant'Uffizio cui il grande scienziato pisano sarebbe stato sottoposto nel 1633.
Hodierna di quelle comete osservò sin nei minimi particolari i movimenti e le variazioni. Negli anni successivi avrebbe regalato all'astronomia scoperte ragguardevoli, che gli diedero una certa notorietà nei circoli scientifici europei del tempo: le Medicaeorum Ephemerides rappresentano  le prime effemeridi dei satelliti medicei mai pubblicate; e per quanto riguarda Saturno, fu lo scienziato che più di tutti si avvicinò a comprenderne la natura, prima di Huygens. Con quest'ultimo, vi fu pure uno scambio epistolare, ed il grande scienziato olandese manifestò stima ed ammirazione per  il siciliano.
Queste scoperte, per quanto notevoli dal punto di vista scientifico, ebbero però un impatto molto limitato sulla storia dell'astronomia, e Hodierna, anche e forse soprattutto a causa dell'isolamento geografico in cui si trovava, lontano da tutti i centri del sapere dell'epoca, rimase semisconosciuto per  i tre secoli successivi.
Fu soltanto nel 1985, grazie ad un articolo di Serio e Coll., dell'Università di Palermo, pubblicato  sul Journal For the History of Astronomy, che fu riscoperta e rivalutata l'enorme portata di un suo scritto,  di insospettata modernità: De admirandis Coeli Characteribus.
Grazie all'analisi di questo testo fu infatti possibile  rivalutare la figura di Giovan Battista Hodierna,    che assunse i contorni di un vero e proprio pioniere nella osservazione delle nebulose.
Dopo averle classificate, infatti,  aveva elencato quelle da lui osservate, ed è stato così possibile dimostrare, purtroppo con tre secoli di ritardo, come egli da solo avesse osservato più nebulose di tutti gli astronomi di ogni tempo messi assieme, fino ad allora.
Nell'elenco risultano infatti le riscoperte indipendenti della nebulosa Andromeda (M31) ed Orione (M42), ed almeno 9, ma probabilmente 14, e forse 16, sue scoperte originali: le nebulose M6, M36, M37, M38, M41, M47, NGC 2362, NGC 6231, M8, Mel 20, probabilmente M33, M34, e NGC 752. E, con una certa probabilità, è una sua scoperta anche la nebulosa NGC2451, come pure NGC2169 ed NGC2175.
Inoltre, nello stesso scritto, fu l'autore del primo disegno conosciuto della nebulosa Orione .
Ma il campo di interessi di  Giovanni Battista Hodierna non si fermava solo alla matematica ed all'astronomia: tra le altre cose, ideò e costruì da solo una specie di microscopio capace di 2000 ingrandimenti, con il quale studiò per primo l'occhio della mosca, e con il quale precorse i micrografi moderni; capì per primo il ruolo esclusivo dell'ape regina nella produzione delle uova;  si dedicò allo studio del dente della vipera; indagò in modo brillante il meccanismo della visione; scrisse di meteorologia e botanica, e si occupò anche di astrologia, che allora non sempre era distinta dall'ambito delle discipline scientifiche.
Ma il suo interesse principale rimase l'astronomia e la matematica.
Nel 1637, insieme ad un folto gruppo di ragusani, tra cui i gemelli Carlo e Giulio Tomasi, partecipò alla fondazione di Palma (l'attuale Palma di Montechiaro), dove si trasferì, e dove fu nominato arciprete dal vescovo di Agrigento. Per inciso, Giulio Tomasi altri non era, nella trasfigurazione letteraria, che il "duca santo", Giuseppe Corbera, a cui Giuseppe Tomasi di Lampedusa, suo discendente ed autore del "Gattopardo",  fece riferimento esplicitamente nella sua opera.
Intorno al 1655 lo stesso Giulio Tomasi, duca di Palma, nominò Hodierna suo matematico ufficiale.
Il percorso terreno di quello che G. Chiesa nel XIX secolo chiamo' il "Galilei siciliano" ebbe termine a Palma di Montechiaro il 6 aprile 1660.
Ben più di tre secoli dopo, in suo onore, un asteroide scoperto nel 1990 fu chiamato 21047 Hodierna .




Questo articolo partecipa alla 20° Edizione del Carnevale della Matematica, ospitato da Annarita Ruberto sul suo blog matem@ticaMente


Bibliografia
Mario Pavone, Introduzione al pensiero di Giovanni Battista Hodierna - Filosofo Matematico e Astronomo dei primi Gattopardi, a cura dell’Amministrazione Comunale di Ragusa, Setim Editrice, Modica 1981.
Giovan Battista Hodierna, profilo biografico e scientifico. Fonte: Mario Pavone, Giovan Battista Hodierna, Centro Studi “G.B. Hodierna”, Ragusa, 2003.
Discorsi sopra l'antica e moderna Ragusa. Con una biografia di Giovan Battista Odierna. Avv. Filippo Garofalo, Palermo 1856. Edita da Libreria Paolino Editrice, Ragusa 1980.
Giovan Battista Hodierna, un precursore di Messier alla corte del primo dei Gattopardi.  Fredi De Maria.
http://www.messier.obspm.fr/xtra/Bios/hodierna.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Giovan_Battista_Odierna
G.F. Serio, L. Indorato, P. Nastasi, 1985. G.B. Hodierna's Observations of Nebulae and his Cosmology. Journal of the History of Astronomy, Vol. XVI, No. 45, p. 1-36 (February 1985).
G.B. Hodierna, 1654. De systemate orbis cometici, deque admirandis coeli characteribus [About the systematics of the cometary orbit, and about the admirable objects of the sky]. Palermo. Here p. 19. Available online. Also see the relevant page 19.

domenica 6 dicembre 2009

Susan Boyle, la Giornata della Salute Mentale, e lo stigma.

I suoi compagni di scuola da piccola la chiamavano Susan "la sempliciotta". Era nata da un parto difficile,  che aveva lasciato qualche segno. Difficoltà dell'apprendimento, in particolare.
Ha condotto una vita meno che ordinaria per quarantasette anni. Ha sempre avuto un talento unico per il canto, ma lo stigma per il suo modo di essere ha continuato a farle compagnia, senza sconti.
Così non ha ascoltato i consigli della madre, che la spingeva a partecipare a programmi come X factor o Britain's got talent.
Troppa polvere ingoiata, troppe risatine neanche tanto nascoste, troppa ironia poco benevola. E poi si era convinta (senza tanto torto, ovviamente) che quei programmi erano per le belle ragazze.
Stava bene nella casa popolare dove viveva con la madre ed il gatto. E stava bene nella sua parrocchia "Nostra Signora di Lourdes", in un remoto paesino della Scozia,  a fare volontariato con gli anziani.
Poi la madre è morta, a 91 anni. Susan è rimasta quattro giorni chiusa a casa, senza rispondere neanche alle telefonate. Quando è uscita, aveva nuove motivazioni per tentare il grande salto.
Si presenta a Britain's Got Talent. Il video, già visto da un centinaio di milioni di persone in tutto il mondo, mostra il suo debutto. I risolini iniziali della giuria e del pubblico, il suo imbarazzo, il suo impappinarsi, il suo inciampare in una deliziosa genuinità. E poi il suo sguardo determinato che si illumina un attimo prima di iniziare a cantare, e l'ammutolire di tutti gli altri, che si trasforma in una standing ovation continuata ed incredula.
Si qualificherà per la finale, ma riusciranno a fargliela perdere. Troppo, per un'anima gentile e semplice come la sua. Il giorno dopo viene ricoverata in psichiatria per cinque giorni.
Adesso è uscito il suo primo album, "I dreamed a dream".
Ha già battuto tutti i record: primo in USA, Canada, Irlanda, Nuova Zelanda, Australia, Regno Unito. Ed ha già venduto, in poco più di due settimane, tre milioni di copie.
Nell'ultima pagina del booklet, Susan dedica l'album  alla sua amata madre, alla quale aveva fatto la promessa di essere qualcuno.
Ecco, ieri era la giornata mondiale della salute mentale. Credo che la storia di Susan Boyle, più dei convegni, dei discorsi retorici, dei pareri degli esperti, racconti molte cose sullo stigma, sulla sofferenza di chi vive con un problema, e, soprattutto, su di noi che ci crediamo "normali".
E credo ci racconti di come non esista problema, disturbo, malattia, condizione, che possa oscurare del tutto la profondità, l'estensione, l' imprevedibilità, del mistero nel quale tutti siamo impastati.
Un mistero che quando si disvela, è in grado di ammutolire letteralmente il più cinico degli individui.
Davanti a Susan  credo ci sia da domandarsi chi può dire davvero cosa sia  la bellezza.