mercoledì 21 dicembre 2011

Buon Natale

Quello che manca al mondo è un poco di silenzio. Quello che manca al mondo, è il perdono che non vedo e non sento.

Ivano Fossati



sabato 10 dicembre 2011

Odifreddi: mi preoccupo se un medico è cattolico



Io invece mi preoccupo se un medico è cattolico. Perché uno che creda che si possono sanare i ciechi sputando per terra e impastando loro gli occhi con il fango, o che si può rimanere incinte per fecondazione angelica, e più in generale che il corso delle cose viene a volte mutato da interventi soprannaturali, mi da molto poco affidamento...Che poi si riesca a usare la ragione i giorni settimanali, e credere a quelle cose la domenica, mi preoccupa ancora di più, dal punto di vista della sanità (mentale). Questo non significa che non credo non possa avere altri problemi, ma chi crede certamente ha quelli.


L'autore di questa autentica perla è Piergiorgio Odifreddi, nel suo blog ospitato, guarda caso, da quelli di Repubblica. Il giornale dei "democratici", per intenderci. Quelli che si battono contro le discriminazioni, sempre per intenderci.
Ma sorvolando su questo, mi fa piacere dire due o tre paroline sulla sanità mentale, che dovrebbe essere argomento di mia competenza, visti anche la laurea in Medicina ed il diploma di specializzazione in Psichiatria  che lo Stato laico mi ha rilasciato, essendosi forse all'epoca dei fatti distratto un attimo ed avendo dimenticato di chiedermi in cosa credessi, limitandosi invece a valutare le mie competenze tecniche e le mie conoscenze scientifiche. 
Ecco, mi fa piacere dire questo: non dovrebbe esistere operatore della salute mentale  che si permetta di formulare diagnosi, e ancor meno giudizi, sulla base esclusiva del contenuto del pensiero. Se succedesse, sarebbe in primo luogo un gravissimo errore tecnico, ed in secondo luogo un errore etico (qualcuno ricorda ancora le conseguenze di una psichiatria asservita ad un qualsiasi potere, sia esso ideologico, pseudoreligioso, politico?), oltre che una chiara ed implicita ammissione di equilibrio pericolosamente instabile e di conseguenza incompatibile con l'esercizio di una professione così delicata.
Vi sono ben altri aspetti che, considerati tutti insieme, unitamente agli aspetti di contenuto, in un'ottica longitudinale e non trasversale,  consentono di orientarsi verso una eventuale diagnosi. 
Lo so che il buon Piergiorgio di psichiatria ne mastica, ad occhio, un po' meno di quanto io ne mastichi di matematica o fisica, e quindi bisognerebbe essere indulgenti.
Però mi sembra importante mettere in guardia i miei due o tre lettori: attenti, perché se a credere che si possano sanare i ciechi con il fango o che si possa restare incinte per fecondazione angelica si rischia di diventare cattolici,  bisogna sempre considerare che a non crederci si rischia di finire dritto dritto per diventare come Odifreddi. 
Fate voi.

P.S. Scritto nella giornata di oggi, dedicata alla Madonna di Loreto. Di quella stessa casa, cioè, in cui una fanciulla ebrea rimase incinta non per fecondazione angelica, come il nostro eroe nella sua imbarazzante ignoranza scrive, ma perché, dopo aver detto sì all'annuncio dell'angelo, "lo Spirito Santo scese su di lei e l'Altissimo stese su di lei la sua ombra".
E qui, oggi, proprio grazie a Piergiorgio Odifreddi, mi piace rinnovare,  nella mia globalità che comprende la mia fragilità, nel mio essere contemporaneamente ed in modo inscindibile uomo, medico e cattolico, il mio sì irrevocabile, pubblico, totale, senza reticenze, a Colei che quel sì pronunciò, ed a Colui che quel sì ci ha guadagnato.



mercoledì 26 ottobre 2011

Non gratto e vinco

Ho un conto corrente alle poste. 
Le poste sono un posto familiare: gli anziani ci vanno a riscuotere la pensione, i disoccupati l'indennità di disoccupazione, chi vuole fare un investimento sicuro, magari per i nipotini, va alle poste. Ci si incontra, ci si scontra, si litiga, si passano le ore. Ad aspettare, in genere.
Le poste, per lo più, sono frequentate da gente semplice; preferibilmente povera o appena su di lì.
L'impiegato allo sportello, quando non ci litighi, è una persona fidata: ti consiglia le cose da fare, ti sorride, ti dà una mano a compilare i moduli. Anche lui, uno di famiglia.
Sono stato alle poste oggi.
Ovviamente ci sono i semafori adesso: prendi il numerino, e quando il tuo numero diventa verde sul semaforo è il tuo turno. Fico.
Sono scomparsi gli impiegati, però. Non li trovo più. Agli sportelli, semisorridenti, ci sono tanti omini del semaforo, seminascosti dalle loro cianfrusaglie. Ci sono gli occhiali da lettura a 9 euro e novanta, c'è il telefonino delle poste a 79 euro, ci sono le schede telefoniche, ci sono i libri... Tante belle cose...
Lo vuole un gratta e vinci? Osservo meglio, e vedo tanti bei cartoncini colorati da grattare per vincere. Da cinque o dieci euro ognuno. Non meno. Roba per gli anziani, per gli immigrati, per le persone fragili, per quelli che alle poste si sentono al sicuro. Soprattutto in tempi di crisi economica.
Persone che somigliano tanto a quelle che mi capita di vedere al lavoro, malate di gioco d'azzardo patologico, che cercano una cura ed un aiuto quando spesso i danni non sono più tanto riparabili: debiti smisurati, usurai, a volte perfino case costruite con i sacrifici di una vita...tutto sfumato grazie ad una grattatina che fa tanto venire voglia di un'altra grattatina.
Mi girano. Non gratto e vinco.
Avevo un conto corrente alle poste.

venerdì 21 ottobre 2011

Il Visco padano

TGCOM- Così il ministro Roberto Calderoli sulla nomina di Ignazio Visco: "Ho avuto modo di conoscerlo e lavorare con lui, apprezzo il suo senso dello stato e, al di là delle origini, la sua capacità e pragmaticità padane".

ANSA - Napoletano, dal 2007 vice direttore della Banca d'Italia. Apprezzato e brillante economista, allievo di Federico Caffé, capo servizio studi della Banca e poi capo economista all'Ocse. Questo il profilo del governatore designato di Bankitalia, Ignazio Visco.

Dopo aver letto, mi stropiccio gli occhi.  Rileggo. Vado a cercare su Wikipedia le origini di  Federico Caffè, almeno sarà lui il "padano": nato a Pescara, morto a Roma. No, neanche lui era padano...
Quindi il senso delle parole del buon Calderoli sarebbe più o meno: "è napoletano per un capriccio della natura; capacità e pragmaticità sono caratteristiche padane".
Certo, se questo è il ragionamento che sta dietro quell'al di là delle origini, quanto può Calderoli definirsi padano?


P.S.  Ma, Calderoli,  è pragmatico dire pragmaticità? Io che sono poco pragmatico e punto padano, avrei detto pragmatismo...

martedì 4 ottobre 2011

I papà servono ancora

Secondo uno studio canadese, effettuato su 138 bambini e sulle loro famiglie, i papà giocano un ruolo chiave nello sviluppo dell'intelligenza e del comportamento dei propri figli.
Se non è la scoperta dell'acqua calda, poco ci manca.
E comunque, quando sembrano venir meno tutte le antiche certezza, ogni contributo a mantenere almeno tre o quattro punti fermi è il benvenuto.
Ed allora non dispiace leggere che
...a prescindere dal fatto che i papà vivano con  loro o meno, la loro capacità di strutturare e dare confini adeguati al comportamento dei propri figli,  influenza positivamente la capacità di risolvere i problemi (leggi: intelligenza) e fa diminuire i problemi emotivi, tra i quali la tristezza, il ritiro sociale e l'ansia...
L'evidenza fornita da questo ed altri studi mostra gli enormi benefici del coinvolgimento dei padri nello sviluppo e nel benessere dei figli...
...Sarebbe cruciale nelle politiche e nei programmi (riguardanti la famiglia) prendere in considerazione i modi in cui aiutare i padri a rimanere coinvolti nelle vite dei figli. Molti degli attuali programmi sono concentrati sulle madri e sui loro bisogni, la qual cosa è indubbiamente importante. Però, i padri non possono più continuare ad essere relegati in un ruolo genitoriale secondario...
Ancora, secondo l'Autrice dello studio, Erin Pougnet, i padri sono stati in gran parte lasciati fuori da tanti studi per vari motivi...nello stesso tempo, nel mio lavoro clinico con i bambini e le famiglie, ho avuto modo di vedere il ruolo estremamente importante giocato dai padri.
Dal mio punto di osservazione clinico, molto modestamente, posso dire di essere assolutamente d'accordo.
Da sottolineare poi come lo studio è stato controllato per eventuali fattori confondenti, quali lo status socioeconomico, la qualità dell'ambiente domestico, l'istruzione dei genitori, ed i conflitti di coppia. Il che rafforza ulteriormente la qualità e l'attendibilità dei risultati presentati.
In definitiva, pare che per crescere bene, dove possibile, un bambino abbia bisogno di una (brava) mamma e di un (bravo) papà.
Nella speranza, per l'autrice dello studio, per me, per il bambino, per la mamma e per il papà, che queste conclusioni così "rivoluzionarie" non siano considerate "discriminatorie" da qualcuno...

Bibliografia: 
Megan Brooks, Involved Dads Give Kids an Edge, Medscape Medical News
L'articolo originale si trova nella seguente rivista scientifica: Can J Behav Sci. 2011; 43:173-182

lunedì 26 settembre 2011

Il miracolo di Silvio

Dal Secolo XIX: ...Il premier punta, poi, a quello che definisce un record: «Abbiamo fieramente l’intenzione di conseguire il pareggio di bilancio nel 2013 e questo sarà un grande record perché l’unica volta che è successo in Italia è stato nel 1876, cioè 135 anni fa»...
Ecco, io qui avrei un problemino: rievocare quegli anni mi fa un pò di impressione.
Quel pareggio di bilancio fu raggiunto grazie ad una metodica opera di pulizia etnica e di spoliazione sistematica, disumana ed impietosa del Sud. Seguirono le ondate migratorie, i briganti, le  mafie, il traffico, la siccità, e pure l'Etna cominciò ad eruttare più di prima.
Tanto che il buon Benigni ci fece un bel film.
A me però l'idea di emigrare per bisogno non mi sconfinfera per niente. 
E se al mio presidente, che è tanto bravo e fa tanti record, e dice che fa pure i miracoli, dopo aver tanto beneficato l'Italia, venisse in testa di beneficare qualche altro posto all'estero? Lontano lontano però!  Sempre emigrazione sarebbe, ma a fin di bene.
Quello sì, sarebbe un vero miracolo italiano... 


Disclaimer: a scanso di equivoci, questo non è un post comunista, perchè neanch'io sono un post-comunista. E' il post di uno che vorrebbe avere la libertà di scegliere di votare, eventualmente, anche per un partito conservatore. Senza dover per questo, la mattina, guardarsi allo specchio in modo torvo ed obliquo.

sabato 24 settembre 2011

Troy Davis





Io sono innocente. A coloro che si stanno portando via la mia vita: che Dio possa avere misericordia delle vostre anime. Che Dio vi benedica.

Subito dopo, l'iniezione letale, nel carcere della Georgia dove ha atteso inutilmente una revisione del processo.
Parole che, per chi vuole vedere, aprono squarci di bellezza inattesa nel muro gelido della ordinaria stupidità del male.

lunedì 12 settembre 2011

I bambini ci guardano

Lorenzo, otto anni: Papà, io da grande non vorrei mai fare il Presidente del Consiglio. Bisogna fare un sacco di cose noiose: andare sempre in quei tribunali...

giovedì 8 settembre 2011

Mettiamoci la firma

Uno dei miei passatempi preferiti, talmente preferito da averlo scelto per mestiere, è quello di cercare di aiutare ad essere più autonome le persone che, per motivi diversi, autonome lo sono poco o per niente.
Perchè il piacere di esserci non può essere tale se non è contagioso.
Credo che mettere la propria firma su questa petizione promossa dalla FAND (Federazione fra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità) e dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) sia un modo chiaro di essere piacevolmente prolife.
Io, dopo aver letto quest'articolo, l'ho fatto.

mercoledì 7 settembre 2011

Il piacere di esserci

Torno? Forse. Ma non mi dispiace accarezzare l'idea:  ogni tanto riprendere ad affacciarmi su questa finestra virtuale, e blaterare qualcosa, piuttosto a casaccio, su quello che mi capita a tiro.
D'altronde, che fare quando le Borse crollano, i governi implodono, i vulcani eruttano,  gli aerei bombardano, le zanzare insistono, e le notti non passano?
Vivere, direi. E magari raccontare e raccontarsi quanto, alla faccia di tutti i venti contrari, sia sfizioso continuare ad assaporare, senza riserve, il ... piacere di esserci...