mercoledì 26 ottobre 2011

Non gratto e vinco

Ho un conto corrente alle poste. 
Le poste sono un posto familiare: gli anziani ci vanno a riscuotere la pensione, i disoccupati l'indennità di disoccupazione, chi vuole fare un investimento sicuro, magari per i nipotini, va alle poste. Ci si incontra, ci si scontra, si litiga, si passano le ore. Ad aspettare, in genere.
Le poste, per lo più, sono frequentate da gente semplice; preferibilmente povera o appena su di lì.
L'impiegato allo sportello, quando non ci litighi, è una persona fidata: ti consiglia le cose da fare, ti sorride, ti dà una mano a compilare i moduli. Anche lui, uno di famiglia.
Sono stato alle poste oggi.
Ovviamente ci sono i semafori adesso: prendi il numerino, e quando il tuo numero diventa verde sul semaforo è il tuo turno. Fico.
Sono scomparsi gli impiegati, però. Non li trovo più. Agli sportelli, semisorridenti, ci sono tanti omini del semaforo, seminascosti dalle loro cianfrusaglie. Ci sono gli occhiali da lettura a 9 euro e novanta, c'è il telefonino delle poste a 79 euro, ci sono le schede telefoniche, ci sono i libri... Tante belle cose...
Lo vuole un gratta e vinci? Osservo meglio, e vedo tanti bei cartoncini colorati da grattare per vincere. Da cinque o dieci euro ognuno. Non meno. Roba per gli anziani, per gli immigrati, per le persone fragili, per quelli che alle poste si sentono al sicuro. Soprattutto in tempi di crisi economica.
Persone che somigliano tanto a quelle che mi capita di vedere al lavoro, malate di gioco d'azzardo patologico, che cercano una cura ed un aiuto quando spesso i danni non sono più tanto riparabili: debiti smisurati, usurai, a volte perfino case costruite con i sacrifici di una vita...tutto sfumato grazie ad una grattatina che fa tanto venire voglia di un'altra grattatina.
Mi girano. Non gratto e vinco.
Avevo un conto corrente alle poste.

venerdì 21 ottobre 2011

Il Visco padano

TGCOM- Così il ministro Roberto Calderoli sulla nomina di Ignazio Visco: "Ho avuto modo di conoscerlo e lavorare con lui, apprezzo il suo senso dello stato e, al di là delle origini, la sua capacità e pragmaticità padane".

ANSA - Napoletano, dal 2007 vice direttore della Banca d'Italia. Apprezzato e brillante economista, allievo di Federico Caffé, capo servizio studi della Banca e poi capo economista all'Ocse. Questo il profilo del governatore designato di Bankitalia, Ignazio Visco.

Dopo aver letto, mi stropiccio gli occhi.  Rileggo. Vado a cercare su Wikipedia le origini di  Federico Caffè, almeno sarà lui il "padano": nato a Pescara, morto a Roma. No, neanche lui era padano...
Quindi il senso delle parole del buon Calderoli sarebbe più o meno: "è napoletano per un capriccio della natura; capacità e pragmaticità sono caratteristiche padane".
Certo, se questo è il ragionamento che sta dietro quell'al di là delle origini, quanto può Calderoli definirsi padano?


P.S.  Ma, Calderoli,  è pragmatico dire pragmaticità? Io che sono poco pragmatico e punto padano, avrei detto pragmatismo...

martedì 4 ottobre 2011

I papà servono ancora

Secondo uno studio canadese, effettuato su 138 bambini e sulle loro famiglie, i papà giocano un ruolo chiave nello sviluppo dell'intelligenza e del comportamento dei propri figli.
Se non è la scoperta dell'acqua calda, poco ci manca.
E comunque, quando sembrano venir meno tutte le antiche certezza, ogni contributo a mantenere almeno tre o quattro punti fermi è il benvenuto.
Ed allora non dispiace leggere che
...a prescindere dal fatto che i papà vivano con  loro o meno, la loro capacità di strutturare e dare confini adeguati al comportamento dei propri figli,  influenza positivamente la capacità di risolvere i problemi (leggi: intelligenza) e fa diminuire i problemi emotivi, tra i quali la tristezza, il ritiro sociale e l'ansia...
L'evidenza fornita da questo ed altri studi mostra gli enormi benefici del coinvolgimento dei padri nello sviluppo e nel benessere dei figli...
...Sarebbe cruciale nelle politiche e nei programmi (riguardanti la famiglia) prendere in considerazione i modi in cui aiutare i padri a rimanere coinvolti nelle vite dei figli. Molti degli attuali programmi sono concentrati sulle madri e sui loro bisogni, la qual cosa è indubbiamente importante. Però, i padri non possono più continuare ad essere relegati in un ruolo genitoriale secondario...
Ancora, secondo l'Autrice dello studio, Erin Pougnet, i padri sono stati in gran parte lasciati fuori da tanti studi per vari motivi...nello stesso tempo, nel mio lavoro clinico con i bambini e le famiglie, ho avuto modo di vedere il ruolo estremamente importante giocato dai padri.
Dal mio punto di osservazione clinico, molto modestamente, posso dire di essere assolutamente d'accordo.
Da sottolineare poi come lo studio è stato controllato per eventuali fattori confondenti, quali lo status socioeconomico, la qualità dell'ambiente domestico, l'istruzione dei genitori, ed i conflitti di coppia. Il che rafforza ulteriormente la qualità e l'attendibilità dei risultati presentati.
In definitiva, pare che per crescere bene, dove possibile, un bambino abbia bisogno di una (brava) mamma e di un (bravo) papà.
Nella speranza, per l'autrice dello studio, per me, per il bambino, per la mamma e per il papà, che queste conclusioni così "rivoluzionarie" non siano considerate "discriminatorie" da qualcuno...

Bibliografia: 
Megan Brooks, Involved Dads Give Kids an Edge, Medscape Medical News
L'articolo originale si trova nella seguente rivista scientifica: Can J Behav Sci. 2011; 43:173-182