sabato 31 ottobre 2009

Un ponte sul baratro che separa il nostro progresso scientifico da quello morale

Dobbiamo lavorare con passione e in modo infaticabile alla costruzione di un ponte sul baratro che separa il nostro progresso scientifico da quello morale. Uno dei grandi problemi dell'umanità è che soffriamo di una povertà dello spirito che è in palese contrasto con la nostra abbondanza scientifica e tecnologica. Più ci arricchiamo materialmente, più ci impoveriamo moralmente e spiritualmente.
Ogni uomo vive in due regni, quello interno e quello esterno. Quello interno è il regno dei fini spirituali espressi in arte, letteratura, morale e religione.
Quello esterno è dato dall'insieme di congegni, tecniche, meccanismi e strumenti mediante i quali viviamo. Il nostro problema oggi è che abbiamo consentito al nostro interno di perdersi nell'esterno. Abbiamo consentito ai mezzi con cui viviamo di far scomparire i fini per cui viviamo.

Martin Luther King

martedì 27 ottobre 2009

Di zombie, vampiri, satanassi vari e della cara vecchia festa dei morti

Halloween rosso sangue: al cinema vince la paura. Così un articolo su Repubblica. Pare che nei cinema stiano furoreggiando zombie, vampiri, ed attività paranormali.
Sarà che ho superato da qualche tempo i quaranta; sarà che questa roba non mi ha mai entusiasmato; sarà che pur essendo amante del mondo anglosassone, se potessi fonderei una scuola di resistenza per la protezione della cultura latina e mediterranea, ormai in via di estinzione come e più dei panda.
Fatto sta che più parlano di questa festa, e più mi tornano alla memoria i giorni in cui al posto di mostri, zombie, paranormale, streghe, si parlava molto semplicemente, senza parossismi di sapore vagamente isterico, di morti e di santi.
E la festa dei morti era per noi bambini siciliani di un tempo l'unica occasione dell'anno in cui ci si risvegliava e si trovavano regali sparsi per il salotto, insieme ai dolci di marzapane (altro che dolcetto o scherzetto: quelli erano e sono dolci che non si scherza), che coloravano di allegria e sapore una mattina speciale.
Mattina speciale che seguiva una notte speciale, trascorsa immaginando i propri cari morti che si danno da fare per scegliere i regali e portarli a casa in modi misteriosi, che stimolavano la fantasia e, soprattutto, eccitavano la riconoscenza nei loro confronti e dilatavano l'affetto, aprendo il cuore alla  preghiera ("L'eterno riposo dona loro o Signore...") ed alla accettazione serena della morte come un passaggio naturale della vita, che conduce verso luoghi migliori, dove il dono è cifra di relazione autentica e di festa per tutti.
Sono riconoscente alla vita, ai miei antenati, alla cultura e alla saggezza che è stata tramandata nei secoli sino a lambire la mia esistenza e ad impregnarla di significati antichi e sempre nuovi insieme.
Provo a continuare il giro con i miei figli, ma tenere a bada zombie, streghe, satanassi vari, non è semplice. Per fortuna continuano ad esserci i miei cari morti a darmi una mano: sinora infatti pare che, miracolosamente, i miei pargoli non abbiano subìto più di tanto il fascino dell'esoterico...
Così, quando si sveglieranno eccitati e correranno in salotto come ogni anno, tra giochi più o meno tradizionali e dolci più o meno genuini,  al massimo, se proprio non se ne può fare a meno, come concessione al "nuovo che avanza" troveranno una zucca...

lunedì 5 ottobre 2009

Biotestamento suicidario

In questo post di alcuni mesi fa ho prospettato, temendole, eventualità che sarebbero sembrate impossibili in un paese civile. Invece erano già successe due anni fa, in Inghilterra: una ragazza inglese di 26 anni, affetta da una grave forma di depressione  e che aveva tentato il suicidio già nove volte, ha fatto il suo bel testamento biologico, ha preso del veleno, poi ha chiamato un'autoambulanza.
E' stata trasportata in ospedale, dove pare abbia riaffermato la volontà suicidaria,  ed ha agonizzato per quattro giorni prima di morire: i medici non hanno alzato un dito per strapparla alla morte, perché "sapeva cosa stava facendo e aveva la capacità mentale di rifiutare le cure". Nei giorni scorsi c'è stata un'udienza che si è conclusa con il coroner che ha definito una scelta saggia quella dei medici inglesi, perché salvare la donna contro il suo consenso "sarebbe stato illegale".
"Sapeva cosa stava facendo" e "aveva la capacità mentale di rifiutare le cure", detto di una persona che  tenta nove volte il suicidio, che ha stilato un testamento biologico suicidario, che è gravemente depressa, che dopo aver ingerito il veleno chiama l'ambulanza (presumibilmente perché ha cambiato idea rispetto al suicidio), che appena arrivata in ospedale riafferma di voler morire,  è, diciamo così, leggermente temerario, dal punto di vista della scienza medica e della psichiatria in particolare.
Ma mi sembra vada da sé che "conquiste umanitarie" come il diritto di morire siano reclamate a gran voce dagli uomini illuminati in nome della scienza e dell'umanità, nello stesso momento in cui, scienza e umanità, le calpestano entrambe senza scrupoli.

Fonti della notizia: Avvenire del 03/10/2009, La Stampa del 02/10/2009