sabato 19 dicembre 2009

Moustapha, il semaforo ed un sorriso

Semaforo rosso. Sono in moto. Il venditore di fazzolettini si rivolge a me tutto contento: "Guarda, Natale!". Giro lo sguardo verso dove guarda lui, e vedo tre ragazze che attraversano la strada con un berretto da Babbo Natale in testa e, ciascuna, uno strumento a fiato in mano. Osservo la scatola di cartone che porta a tracolla, su cui ha sistemato i pacchetti di fazzolettini. C' è scritto a penna Moustapha. Le ragazze gli passano vicino, e lui prova una specie di abbordaggio veloce: "ciao bellissime!". Si scambiano qualche battuta sorridendosi per qualche secondo, ma non sento cosa si dicono. Poi loro continuano per la loro strada. Moustapha si rivolge di nuovo a me, con un sorriso a 64 denti, semiestatico: "ragazze, bellissime...perchè io ...". Il semaforo diventa verde. Devo ripartire. Gli sorrido anch'io da dietro il casco, alzo la mano per salutarlo, e riparto. Penso che è raro che da un incontro con uno dei "commandos" dei semafori nasca un sorriso. E penso pure che quelle poche volte non è mai per mia iniziativa. Il sorriso sfuma leggermente...

12 commenti:

  1. Diversi anni fa mi è capitato di avere tra le mani un libro di lettura di scuola elementare e per caso ho letto la storia di un 'venditore' ai semafori e della sua tristezza non per il mancato guadagno ma per il modo in cui la gente ignorava il suo essere lì presente anche solo attraverso un finestrino. Ho imparato così ad abbassare il finestrino e a dire di NO con un sorriso...

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  2. Un sorriso si regala a tutti...Certo a volte i ragazzi che stanno sulle strade sono un pò fastidiosi, ma penso sempre a cosa gli ha portati qua, alle loro speranze infrante, e a come nonostante tutto siano sempre contenti. Loro sanno di non essere nella loro terra, ma ci amano, lo so perché spesso ho parlato con loro. Ricordo ?Mango? con affetto, adorava la mia bambina, aveva sempre un piccolo regalino per lei quando ci vedeva arrivare al Supermarket...
    Seppi tutto di lui e della sua famiglia. fu un momento di agregazione, un sentirsi fratelli e sorella...senza colore né appartenenza religiosa.
    Un interscambio culturale durato tre lunghi anni.. che ancora ricordo con gioia

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  3. Hai ragione Vincenzo, spesso non siamo noi a salutarli con un sorriso, nella migliore delle ipotesi rispondiamo al loro saluto, siamo sempre troppo occupati a pensare alle nostre faccende per immedesimarci in loro e capire che un sorriso costa niente...Anch'io ho imparato ad essere con loro più gentile e se il semoforo permette, scambio qualche parola e un sorriso.

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  4. Mi hai fatto pensare che è da tanto che non incontro Kahlil, il mio fornitore ufficiale di fazzolettini e di accendini, che prima stava davanti al supermercato e adesso si è spostato nel cortile del vicino ospedale. E' stato lui, qualche anno fa, a sorridermi per primo, io ho ricambiato intenerita perchè era poco più che un bambino,ed è bastato questo per costruire un legame. Lui per me non è più uno dei tanti venditori rompiscatole, io per lui non sono più una delle tante acquirenti isteriche e frettolose. Mi avvista quando sono ancora distante, se sono distratta mi chiama e mi fa sempre piacere salutarlo e scambiare qualche parola. Tu eri a un semaforo, quindi condizionato dalla durata del rosso. Il guaio è che facciamo fatica ad entrare in relazione anche in altre situazioni. Forse succede perchè viviamo come se fossimo sempre in coda al semaforo, sempre pronti a scattare, incalzati dalla fretta e dagli impegni.
    E quanti sorrisi ci perdiamo...

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  5. Mi ricordo anni addietro, quando un oncologo all'Oncologico mi disse'Come facevo ad essere sempre così positiva e sempre sorridente con tutti, mentre lui era sempre sommerso dai suoi problemi etc...'.
    Dieci anni dopo ci siamo rivisti e quel medico é prima un uomo dolcissimo, umano,ed estremamente sensibile. Ha sempre un sorriso da offrire a tutte noi. Abbiamo parlato, ci siamo confrontati. Quello era il segreto!
    Ciao e buon w.e.

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  6. Bello...
    A Milano sarebbero stati tutti uccisi, Moustapha e le tre ragazze... perchè probabilmente nel frattempo sarà scattato il rosso dall'altra parte... e poi perchè sorridevano... "che c____ c'è da sorridere, andate a lavorare, str____!!!!!"
    ;-)))))))

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  7. Cara Vincenzo, passo ad augurare un sereno Natale a te e alla tua famiglia. Che possa essere l'augurio per tempi meno duri, all'insegna della speranza, della tolleranza, e della buona volontà.

    Trovi i miei aguri agli amici, con una poesia, sul mio blog personale e, con una cartolina augurale su Scientificando.

    Un abbraccio.
    annarita

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  8. @ Orsobruno,secondo me dovresti tornare a vivere in Sicilia,ci hai mai pensato? Ci sono tanti guai ma almeno si sorride liberamente.
    Ciao e Buon Natale a tutti.
    Velenia

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  9. Un carissimo abbraccio e un sincero augurio di pace e serenità a te e ai tuoi cari, BUON NATALE!!!

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  10. Buon Natale !!!
    dalla Sicilia, ovviamente...
    :)

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  11. Un grazie cumulativo agli amici che sono passati da qui per gli Auguri di Natale, che ricambio davvero di cuore!

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  12. A proposito di sorrisi e Vù cumprà...

    Stavo per scegliere della frutta da un bancone quando sento "Ciao, sorella!". Piacevolmente colpita, alzo gli occhi e vedo un ragazzo di colore. Giovane, una ventina d'anni, con in mano degli oggetti, a suo dire, di artigianato senegalese. In lui c'è qualcosa che mi tocca, forse la giovane età, forse il pensiero di ciò che deve aver vissuto, forse la sua aria gentile. Gli dico di aspettarmi finchè avessi finito di acquistare. Lo fa. Mi avvicino e iniziamo le trattative per l'acquisto di uno degli oggetti che vende. Gli chiedo se sono davvero originali, se sono artigianali o fatti in serie. Ma noto che lui desidera altro. E così gli chiedo da dove viene, da quanto è in Italia, come si trova, dove vive. Volutamente evito di chiedergli come è arrivato, per non suscitare ricordi tristi o rinnovare una probabile sofferenza. Non dico, per rispetto, cosa risponde. Alla fine concludiamo l'affare, con 2 euro di sconto e il graditissimo omaggio di un elefantino portafortuna. Prima di salutarci, mi chiede il mio nome (lo trova bello) e io il suo. Omar. Stretta di mano. Sorriso. E in cuore una ricchezza nuova.

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