Notizia del 15/01/2009 tratta da http://persecutionblog.com
Le autorità governative cinesi hanno negato a Hua Zaichen, 91 anni, gravemente ammalato e vicino alla morte, il permesso di visitare la moglie imprigionata, Shuang Shuyng, 79 anni, anche lei gravemente ammalata.
Voleva incontrarla solo per darle l'ultimo saluto. La replica è stata che la reclusa non potrà lasciare il carcere prima di giorno 8 febbraio 2009, quando scadrà la condanna a due anni. Se il marito, come probabile, dovesse morire prima, potrebbe esserle concesso di vedere il suo corpo per 10 minuti, ma incatenata, ammanettata e con indosso l'uniforme della prigione.
Shuan insieme al figlio, Hua Huiqi, sono stati picchiati, presi a calci mentre erano a terra, feriti ed arrestati da sette agenti di polizia nel gennaio 2007, mentre si trovavano vicini alla zona olimpica di Pechino.
La madre è stata condannata a due anni di prigione, il figlio a sei mesi. Nell'ottobre 2007 quest'ultimo, mentre si trovava agli arresti domiciliari, è stato nuovamente picchiato dalla polizia, sino a dover essere portato in ospedale per aver perso conoscenza più volte.
Il suo delitto: stava leggendo la Bibbia a casa sua, nonostante il pericolo rappresentato dalla polizia che si aggirava intorno.
Questa famiglia sembra essere considerata particolarmente pericolosa dalle autorità cinesi: è una famiglia cristiana.
Pensandoci bene, forse le cosiddette autorità non hanno tutti i torti: persone capaci di resistere a tutto questo (a 80-90 anni, poi) devono incutere un terribile, oscuro timore a chi tenta inutilmente di calpestarne la dignità.
Hanno già visto crollare muri altrove.
Avranno una certa preoccupazione per le muraglie...
Voleva incontrarla solo per darle l'ultimo saluto. La replica è stata che la reclusa non potrà lasciare il carcere prima di giorno 8 febbraio 2009, quando scadrà la condanna a due anni. Se il marito, come probabile, dovesse morire prima, potrebbe esserle concesso di vedere il suo corpo per 10 minuti, ma incatenata, ammanettata e con indosso l'uniforme della prigione.
Shuan insieme al figlio, Hua Huiqi, sono stati picchiati, presi a calci mentre erano a terra, feriti ed arrestati da sette agenti di polizia nel gennaio 2007, mentre si trovavano vicini alla zona olimpica di Pechino.
La madre è stata condannata a due anni di prigione, il figlio a sei mesi. Nell'ottobre 2007 quest'ultimo, mentre si trovava agli arresti domiciliari, è stato nuovamente picchiato dalla polizia, sino a dover essere portato in ospedale per aver perso conoscenza più volte.
Il suo delitto: stava leggendo la Bibbia a casa sua, nonostante il pericolo rappresentato dalla polizia che si aggirava intorno.
Questa famiglia sembra essere considerata particolarmente pericolosa dalle autorità cinesi: è una famiglia cristiana.
Pensandoci bene, forse le cosiddette autorità non hanno tutti i torti: persone capaci di resistere a tutto questo (a 80-90 anni, poi) devono incutere un terribile, oscuro timore a chi tenta inutilmente di calpestarne la dignità.
Hanno già visto crollare muri altrove.
Avranno una certa preoccupazione per le muraglie...
hai deciso di seguire il mio Blog perchè pensi che debba essere curata da uno psichiatra? :-P
RispondiEliminadimmi di no, ti pregoooooooooo :-)
thanks per esserti aggiunto.
Se pensassi di curare le persone via blog, avrei tanto bisogno io di un bravo collega che mi faccia tanti colloqui, e mi dia anche tante medicine...
RispondiEliminaMi interessano le storie delle persone, così come sono.
Pensi sia una cosa da curare? ;-)
Grazie a te, e benvenuta dalle mie parti.