venerdì 20 febbraio 2009

Ancora sul silenzio

Sospeso tra parole, ragione di vita
ed inganno infinito, vivo come straniero,
in un altrove che è terra di nessuno
e che non ha ritorno.
Ma il silenzio dell'innocente che non si difende
mi turba (Ecce Homo!),
il silenzio del saggio e del folle
mi interroga,
ed al silenzio di chi espia
mi inchino.
Sull'orizzonte dove muoiono le parole,
nel silenzio nasce la Parola.

Natale 2004.

15 commenti:

  1. è tua?? bella...complimenti
    ciao A

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  2. Complimenti, Vincenzo! Bella...straordinaria la chiusa:

    Sull'orizzonte dove muoiono le parole,
    nel silenzio nasce la Parola.


    Ciao
    annarita

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  3. Grazie davvero Annarita. E' bello sapere che ci siete. Un abbraccio.

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  4. Molto bella, Vincenzo.

    Se, dopo averne goduto l'intensità musicale, vado a vedere cosa è stato un senso di disturbo alla fine, trovo quella parola: "Parola".
    In principio era il verbo?
    Sembrerebbe un errore del pensiero verbale, incapace di tornare al prima, all'origine, preverbale, di ognuno. All'inizio non può essere il verbo, la Parola. Faust, nell'opera di Goethe, conclude che all'inizio è l'azione. Non so: penso che l'inizio è percezione e memoria. Tutta la nostra vita psichica ha alla sua base percezione e memoria.
    Parafrasandoti: sull'orizzonte dove muoiono le parole, nel silenzio torna l'Essere.

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  5. Grazie rom,
    per le parole di apprezzamento e per le tue considerazioni, profonde e molto "analitiche" ;-).
    Mi hai dato da pensare un bel pò, e questo mi stimola e mi piace.
    Quello che a te ha dato un senso di disturbo e che invece io non cambierei penso derivi da una nostra diversa visione del mondo.
    Io penso infatti che l'inizio, prima ancora che percezione e memoria, sia relazione. La nostra vita nasce da una relazione tra due persone, l'embrione da subito, prima di essere in grado di percepire e ricordare, entra in una danza relazionale unica ed irripetibile con la madre, ed anche quando comincia a percepire le sue percezioni pare siano influenzate, nel loro formarsi, dalla relazione con la madre.
    Penso che nascendo, formandosi, esistendo e morendo in una matrice relazionale, tutta la nostra vita psichica abbia alla base, "in principio", la relazione.
    Oserei dire che "Parola", o "Verbo" (lo preferisco maiuscolo, come è in realtà nel Prologo del Vangelo secondo Giovanni che citi) mi porta ad una dimensione relazionale ed aperta al trascendente, mentre Essere mi fa pensare ad una dimensione più intrapsichica, o in ogni caso meno definitamente aperta alla relazione.
    In ultimo direi che se all'inizio è la relazione, questa ha sue regole ed un suo linguaggio, e necessariamente quindi in principio è il Verbo, o Parola, o Logos. Come puoi ben capire mi muovo ben al di fuori delle categorie di preverbale e verbale. Qualcuno parla di carne ("E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi"), ed io gli faccio volentieri credito. Penso sia un mistero che dà le vertigini, cui tento di accostarmi soltanto nel silenzio di tutte le altre parole (minuscole)...

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  6. Caro Vincenzo,
    facciamo il possibile, col nostro pensiero verbalizzabile, cercando di evitare per quanto possibile l'identificazione tra verbale e pensiero... Ti ringrazio per l'attenzione, e la risposta.

    Condivido pienamente l'importanza del concetto, e della realtà, di relazione. In un confronto su questo aspetto, mi venne da parafrasare la risposta di Faust proprio usando un gioco di parole tra azione e relazione.
    Ma alla base di ogni relazione, tra gli attori della realzione o da parte di un osservatore partecipe, c'è sempre percezione e memoria.
    Non c'è nessuna relazione se non c'è vita, e non c'è vita se non c'è percezione - sia da un punto di vista biologico che psicologico, e, da un certo punto di evoluzione in poi, non c'è percezione senza memoria, non solo per le gestalten innate, le predisposizioni biologiche ad una percezione specie-specifica, ma anche perché la percezione è una selezione e organizzazione di elementi in cui la memoria agisce in modo spesso decisivo.

    Capisco quello che scrivi, anche se, come hai capito, condivido solo la tensione verso una comprensione non appiattita della complessa, infinita, realtà psichica.

    Il mio saluto.

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  7. Per la identificazione tra verbale e pensiero, se ti riferisci al mio mettere insieme Verbo, Parola e Logos (quest'ultimo comunemente inteso come pensiero), ti riporto poche frasi tratte da Wikipedia: "Nel Cristianesimo il logos compare all'inizio del Vangelo di Giovanni, dov'è identificato con Gesù.Il termine "logos" in ambito cristiano è tradizionalmente reso in italiano come "verbo", riprendendo con un calco il latino "verbum". Altri traducono con "parola"...Nella filosofia contemporanea... spesso il termine "logos"corrisponde al pensiero critico, razionale e oggettivo, in grado di sottoporre al suo vaglio credenze e pregiudizî".
    Per tutto il resto, sì, la tensione è comune, le posizioni diverse.
    Se dovessi nuovamente ribadire o tentare di illustrare meglio la mia, temo che il discorso si farebbe piuttosto lungo, e rischieremmo di perderci in disquisizioni forse dotte, ma temo fini a sè stesse.
    Coerentemente con il mio modo di vedere le cose, preferisco in primo luogo cogliere, di questi nostri scambi stimolanti e ricchi, l'aspetto autenticamente relazionale, e la contemplazione di due percorsi che, pur da prospettive diverse, si incontrano perchè intrigati allo stesso modo da quella che giustamente chiami la complessa, infinita realtà psichica.
    Un caro saluto a te.

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  8. Voglio correre il rischio di ripetere un concetto già focalizzato da altri...
    Nel leggere "Ancora sul silenzio", non posso andare oltre senza fermarmi e riflettere, voglio fissare nella mente l'emozione che ho provato leggendo ogni singola parola....
    Posso gustarne l'essenza, rallentare il ritmo ed il flusso fino a sentirne il profumo intenso e pungente, persino le pause e le virgole scuotono e fanno vibrare ogni mia cellula, chiudo gli occhi e mi lascio trasportare nel mio vissuto, mentre mi specchio in quel pianeta incredibile chiamato SILENZIO!
    "Sull'orizzonte dove muoiono le parole,
    nel silenzio nasce la Parola" , quelle parole più di tutte continuano ad interrogare il mio silenzio...per tutte le volte che ho imposto il silenzio alle parole dell'anima, alle parole che generano le emozioni, alle parole che generano il mio continuo ricercare il senso delle cose, sospesa anch'io, tra le EMOZIONI ed il TEMPO che ignaro...scivola dalle mie mani.

    Complimenti per gli argomenti, i sentimenti, le emozioni, troppo spesso considerate "cose perditempo"...Io amo "perdermi" in tutto ciò, pazienza se non sempre riesco ad esprimere quello che sento dentro di me, ci sto provando con un blog, chissà...
    Un abbraccio!
    Miriam

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  9. Cara Miriam, benvenuta.
    Grazie per le cose belle che scrivi e per i complimenti. Li prendo come un bel regalo che questa giornata mi porta.
    Un abbraccio a te, ed a presto.

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  10. Mi piacerebbe proseguire il discorso...ma sento che potrei correre il rischio(ed è già il secondo, in così breve tempo...)di abusare di questo spazio non mio, abusare della tua gentilezza/disponibilità,della tua sensibilità umana e professionale!
    Ma forse la mia è anche una deformazione professionale...lavoro con i bambini, sono una Terapista della Riabilitazione... Proprio oggi ho partecipato ad una "riunione d'equipe" per un bambino di 4 anni, affetto da Paralisi Cerebrale Infantile, con gravi deficit neuro motori. Il cruccio maggiore, il limite più grande e insormontabile da parte della mamma è però caratterizzato dal fatto che il suo bambino "non
    parla"...
    Quel silenzio spaventa quella mamma perchè non è in grado di capire i bisogni del suo bambino, non riesce ad instaurare con lui nessuna comunicazione...
    Percepisce solo il SILENZIO che come un muro li divide aumentando la sua solitudine che non le permette di gioire neanche quando suo figlio sorride o parla con lo sguardo, tantomeno(purtroppo) quando si fanno notare i piccoli ma importanti progressi del suo piccolo!
    Chiedo scusa per la lungaggine...ma il discorso SILENZIO offre un mare di spunti...
    Miriam

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  11. Tranquilla Miriam, non abusi. E' anzi un piacere sentire l'entusiasmo per il tuo lavoro nelle cose che scrivi. L'augurio che ti faccio di cuore è di continuare a coltivarlo ogni giorno. Ovviamente non aggiungo altro su un caso che non conosco. Se lo accetti, solo un mio piccolo interrogativo che se lo ritieni utile può diventare per te elemento operativo: che succederebbe se questa madre potesse concentrarsi sul "suo" silenzio, piuttosto che su quello del figlio?

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  12. Il tuo interrogativo è utilissimo e posso tentare di dare una risposta.
    Se questa madre potesse concentrarsi sul "suo" silenzio si aprirebbe per lei una strada(della consapevolezza) per arrivare finalmente alla causa della sua incapacità di comunicare col suo bambino!
    Mi spiego...nella speranza che le mie parole non suonino come giudicanti...
    Il bambino è in trattamento riabilitativo dal 2006, nel frattempo ho ascoltato e accolto le paure, i dubbi, le ansie di questa mamma fino a quando ho consigliato un supporto psicologico da affiancare alla signora, tra l'altro molto giovane e con pregresse carenze affettivo-relazionali nei confronti della sua famiglia d'origine...
    Ha frequentato le sedute psicologiche per un periodo abbastanza limitato, per poi fermarsi e tirarsi indietro, affermando che lei non aveva bisogno della psicologa, ma era il bambino che doveva "lavorare".
    Spesso e purtroppo si fallisce e non certo per responsabilità degli operatori(la psicologa è una collega veramente all'altezza, molto sensibile ed empatica).
    Nel mio piccolo, penso che questa mamma ha intravisto il "suo" silenzio, ma ogni volta che si specchia in quella realtà scappa perchè guardarsi dentro spaventa...Purtroppo non può scappare dal bambino che ha messo al mondo e in lui rivede il "suo" silenzio, la sua SOLITUDINE, il suo vuoto, il suo fallimento per aver generato un figlio "malato", questo è il suo vissuto!
    Io stessa sono stata calpestata dal silenzio di questa madre, ma ora penso che tutte le mie forze devono concentrarsi sempre di più sul bambino, perchè ha pieno diritto di sentirsi amato e accolto.
    Anche se il mio lavoro è come una goccia nell'oceano, io ci sono e lui, il mio bambino speciale, lo sa!
    Grazie per questo spazio prezioso...

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  13. Ciao, é sempre molto stimolante entrare nel tuo blog!Sono qui solo per darti il mio buongiorno e che sia per te un fine settimana di ristoro e riposo!!!

    Un caro abbraccio
    Miriam

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