venerdì 13 marzo 2009

Nour: piccolo frammento della storia ordinaria di un immigrato clandestino

S. è ancora minorenne. Viene in terapia da un paio di mesi. Pare stia uscendo molto bene (facendo i dovuti scongiuri, ovviamente) da una storia di tossicodipendenza iniziata a soli 12 anni. Nella poca strada che ha percorso da quando è nata, è stata azzannata da molti lupi spietati.
I lupi che ha incontrato erano italiani e stranieri, senza distinzione. Tra questi non c'era Nour, immigrato clandestino. S. oggi mi ha parlato di lui. Per sopravvivere faceva il pusher, ma detestava farlo. Quando lei andava a chiedergli la roba, lui si rifiutava di dargliela: sei troppo piccola, vattene a casa. Devi uscirtene fuori da questo schifo. Poi lui ha trovato il coraggio per cambiare mestiere, ed ha cominciato a spaccarsi la schiena in campagna per mantenersi e mandare i soldi a casa in Marocco. Continuavano a sentirsi al telefono, e lui era felice che S. ne stesse uscendo fuori. Continuava ad incoraggiarla, e per lei era importante.
E' stato fermato questa settimana, e verrà espulso per immigrazione clandestina. Un suo connazionale, uno dei lupi, è stato invece arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti: starà un pò al fresco.
S. ha pianto molto questa settimana: è affezionata a Nour. Sono amici e basta, ma sono amici sul serio. Sa che per un pò di tempo è stato forse l'unico a volerle bene davvero, gratis. Le dispiace che vada via.

4 commenti:

  1. Una storia triste, drammatica, ma nello stesso tempo delicata e toccante! Quanti frammenti di storie ordinarie di immigrati clandestini ci sono...storie di ordinaria sofferenza, su cui non ci soffermiamo abbastanza.

    Grazie, Vince.

    Un abbraccio
    annarita

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  2. molto triste ed ingiusto...ciao A

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  3. Summum ius, summa iniuria...

    Chissà che, trattandosi della dolce Sicilia, non si trovi qualche "magistrato creativo" in senso buono...

    Ciao!

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  4. "Sono amici e basta, ma sono amici sul serio. Sa che per un pò di tempo è stato forse l'unico a volerle bene davvero, gratis. Le dispiace che vada via".
    La storia non può lasciare indifferenti, penso davvero che l'essenza di tutto sia da ricercarsi nelle parole finali che "chiudono"(per modo di dire...)il racconto!
    Si fa un gran parlare di "amicizia", ma poi non ci crediamo fino in fondo, loro si!
    Hanno toccato con mano che nel loro mare di disperazione, privazione, sfruttamento, povertà su tutti i fronti...può esistere la'amicizia, quella vera perchè non chiede niente indietro, ma solo condivisione e solidaietà, parole uscite troppo spesso dal nostro misero e arido vocabolario di vita vissuta!
    Se solo riuscissimo a fermarci un po' a riflettere...

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