mercoledì 22 aprile 2009

Ombelico, libertà e responsabilità

Gioco non esclusivamente ludico, specialmente indicato per i cultori dell'autodeterminazione a tutti i costi e dell'individualismo radicale.
Mettersi in una posizione comoda, possibilmente seduti, nudi. Sporgere in avanti e verso il basso la testa, osservando attentamente una cicatrice al centro dell'addome, generalmente introflessa, a volte estroflessa (particolare questo di nessuna importanza). Chi avesse difficoltà può servirsi di uno specchio.
La cicatrice ce l'abbiamo tutti: si chiama ombelico.
Sta lì a ricordare che nessuno si è dato da sè, e che non esiste un Io senza un Noi che lo precede.
Dalla tensione continua tra Io e Noi, nasce reciprocamente il riconoscimento della libertà dell'Io e delle conseguenze sul Noi che l'esercizio di questa libertà comporta.
Si chiama responsabilità.
Libertà individuale va insieme a responsabilità morale nei confronti del mondo, altrimenti il suo nome si muta in follia.



P.S. Debbo l'idea "dell'ombelico", insieme ad alcuni aspetti della mia crescita professionale ed umana, ad un Maestro che ha significato e continua a significare molto per me, il Prof. Giovanni Salonia. Un grazie particolare ad Agata, che mi ha aiutato a ricordarlo ed a colmare così una mia mancanza, involontaria ma importante, nel non averlo menzionato prima.

14 commenti:

  1. Eh... Responsabilità.
    Per rispettare le proprie responsabilità ci vuole impegno. L'impegno è scomodo e faticoso pertanto nessuno vuole essere responsabile.
    Meglio essere delle pigre canaglie, tanto...
    ... fare i buoni non è più di moda.

    Ma un modo, mi chiedo, ci sarà per far rinsavire la gente.

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  2. Grande post! Mi piace la tua capacità di sprimere i concetti in maniera così chiara!

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  3. @hayalel:
    forse provare noi a rinsavire per primi. E volere bene agli altri, facendo in modo che lo sentano, anche nel dissenso.
    Un abbraccio hayalel.

    @Angelo azzurro:
    Grazie davvero! Temevo di essere stato troppo complicato. Il tuo commento è stato...balsamico.

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  4. Vince, quando scirvi così mi fai ammattire!

    Libertà individuale va insieme a responsabilità morale nei confronti del mondo, altrimenti il suo nome si muta in follia.Quasi aforistico! Questa me la scrivo...

    Senti un po', uomo delle meraviglie, te la sentiresti di partecipare al carnevale della matematica? E' un evento molto bello di cui ospiterò la 13esima edizione sul mio blog di matematica, il 14 maggio. Puoi contribuire con un articolo su un personaggio famoso, curiosità e quello che ti pare di attinente alla matematica. Ti lascio il link alla passata sesta edizione che ho ospitato e che ha avuto un successo incredibile. E'stata sponsorizzata su portali nazionali molto noti.

    La prossima è già stata pubblicizzata qui:http://www.tecnologieducative.it/ scrolla la home sino in fondo e trova il carnevale della matematica.

    Leggi anche qui:http://www.vocescuola.it/2009/04/14/carnevale-della-matematica-12-il-primo-anniversario/

    Poi per documentarti leggi qui:
    http://lanostramatematica.splinder.com/post/20315059/Carnevale+Della+Matematica+12%3A

    e qui:
    http://lanostramatematica.splinder.com/post/18711218/Carnevale+Della+Matematica++6

    Pensaci con calma prima di decidere.

    Baci. Vado adormire.

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  5. Ti leggo sempre ma non ho mai avuto l'ardire di commentare; questo post mi ha dato il coraggio di farlo, mi ha fatto ricordare di una cosa che don Giussani disse in un ritiro e che mi colpì molto. Diceva che di solito i piccoli Angeli vengono rappresentati, nei dipinti,nelle sculture, con l'ombelico; solo in una scultura del frontespizio di una chiesa li aveva notati senza, ed era più giusto così, perchè la ferita dell'ombelico è solo degli uomini, non degli esseri spirituali, l'ombelico mostra a "Chi" apparteniamo, la nostra dipendenza dal Padre, mostra che siamo stati "fatti", e il Figlio di Dio, con la Sua Incarnazione, ha condiviso in pieno la nostra umanità; anche Lui ha la ferita dell'ombelico. Vedi quanto siamo stati amati? Ha voluto anche l'ombelico! Che grandezza d'amore, carissimo amico, e come si puo' non corrispondere a tanto desiderio amoroso? Cor-rispondere, rispondere, responsabilità. Ti abbraccio e ti ringrazio!

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  6. @Annarita
    E io mi segno "uomo delle meraviglie". Dopo essere stato chiamato così potrei mai esimermi da un invito così intrigante? I miei tre o quattro neuroni ancora integri stanno tentando di attivarsi, ed hanno concepito un embrione di ideuzza. Ti dice niente John F. Nash jr.?
    Ricambio i baci.

    @rita
    Non farlo più! Di privarmi dei tuoi commenti e dei tuoi pensieri, dico. Hanno reso questo posto più interessante e ricco. Quindi da ora in poi, quando ne hai voglia, osa pure senza pensarci due volte. Sarai sempre benvenuta, Rita.
    Grazie per le cose che hai scritto, mi sono piaciute molto, e dicono molto bene di te. Ricambio l'abbraccio.

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  7. Mi dice molto ed è un'idea che vale la pena sviluppare. Bene, avanti tutta allora. Aspetto con calma il tuo contributo;)

    Baci e pure abbracci.
    annarita

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  8. Bellissimo. Me lo vado a guardare subito. E grazie anche a Rita.

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  9. E' un punto di vista molto interesante, non so se hai letto qualcosa di Bion, uno psicoanalista di origine indiana, che in pratica dice cose simili.
    POTERE AL DUBBIO!

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  10. @Vino e Mirra
    Un benvenuto di cuore, carissimo Collega, da un tuo lettore. Onorato di leggere i tuoi commenti sul mio blog!

    @sytry82
    Ciao. Sì, ho letto qualcosa (per così dire) di Bion...Nulla sull'ombelico, però :-). A parte gli scherzi, grazie per esserti aggiunto ai miei lettori.

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  11. Ciao! sono agata: parlo con franchezza perchè so di parlare ad un amico. Ti dico sinceramente che ho letto e sono rimasta molto perplessa: "Kairòs" è un libro ormai storico di Giovanni Salonia (del 1994!), "Sulla felicità e dintorni" è un altro suo libro di grande successo del 2004, dell'ombelico parla spesso e in molti suoi interventi e conferenze con riferimento sempre evidente alla tematica del Noi e dell'Io (fra l'altro, "Dal Noi all'Io-Tu" è il titolo di un altro suo scritto risalente a più di vent'anni fa...)... Non so che dire...mi fa piacere che sia tutto così assimilato e personalizzato ( è un elogio a un maestro), ma magari un accenno a chi ti ha ispirato tutte queste belle cose che scrivi?...

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  12. Cara Agata, grazie per essere venuta a trovarmi. Certo, le cose che mi dici mi toccano parecchio in profondità, perché con franchezza lasci trasparire delle “perplessità” che a me paiono gravi, e da una persona amica sentirsi interpretato in questo modo ferisce un po’. Ma per dirla con Aldo Carotenuto (starò più attento alle citazioni, te lo prometto!), ferita ha la stessa radice di feritoia. Ed attraverso la feritoia ci è consentito di vedere e far vedere agli altri cosa c’è al di là del muro.
    Ti mostro quindi la mia "ferita" non per atteggiarmi a vittima, che non mi è congeniale, ma perché tu possa vedere attraverso, e magari farti un’idea più precisa e, spero, un po’ meno severa.
    In primo luogo, considerare Giovanni Salonia uno dei miei maestri ed una delle mie possibili fonti di ispirazione non solo per le cose che scrivo, è per me ovvio.
    Tanto che la prima persona che ho informato della nascita di questo blog, invitandolo a visitarlo, penso sia stata proprio lui. Questo per fugare il dubbio che io avessi la fregola di attribuirmi (non so a che scopo demenziale, poi) cose sue.
    Andando poi sui singoli “capi di imputazione”, Kairòs è sicuramente un bellissimo libro di Giovanni, e devo a lui una comprensione più approfondita del concetto, ma il termine e lo stesso concetto di Kairòs mi sembra siano un tantino più universali ed antichi del libro (oltre un paio di millenni penso) e, correggimi se sbaglio, mi sembrerebbe improprio attribuirli ad alcun autore. Oserei dire che sono patrimonio comune dell’umanità, e non appartengono a nessuno. Esistono tra l’altro case editrici, musical, associazioni culturali, scuole di danza, addirittura officine, con questo nome.
    Ho impiegato un po’ a capire perché citi “Sulla felicità e dintorni”, poi mi sembra di aver capito che lo riferisci al fatto che nel titolo del blog compare la parola “dintorni”. Se è così, onestamente qui sono io a restare perplesso…
    Dello scritto “Dal Noi all’Io-Tu” non conoscevo neppure l’esistenza: per me sarebbe bello trovarlo da qualche parte e leggerlo.
    Penso invece di doverti ringraziare per avermi ricordato che in diversi interventi e conferenze Giovanni parla dell’ombelico con riferimento all’io ed al noi. E’ quindi assolutamente probabile che tu abbia ragione e che io abbia sentito parlare di questo proprio da lui, in qualche lezione di un Master che ho seguito ormai diversi anni fa.
    A parte quelle non molte lezioni, purtroppo, non ho avuto modo di frequentare più di due o tre conferenze di Giovanni negli anni successivi, e ti do la mia parola d’onore che non c’erano ombelichi in giro. Non nei suoi discorsi, almeno.
    Nessuna difficoltà quindi (e davvero ti sono riconoscente per avermi aiutato a correggere una mia mancanza) a ribadire che l’idea dell’ombelico come elemento che ci ricorda che nessuno si è dato da sé mi è sicuramente stata ispirata da Giovanni Salonia.
    Permettimi però un altro paio di cose: quando parli di "un accenno a chi ti ha ispirato tutte queste belle cose che scrivi..." in verità, se a parte il post che hai commentato, avessi letto qualche altra cosa in questo blog, bella o brutta che sia, magari senza precomprensioni, ti saresti resa conto che non c’erano accenni da fare che non siano stati fatti con le citazioni bibliografiche in calce ai post o con il riferimento agli autori di eventuali citazioni nel corpo del post.
    Che poi io sia debitore, per quello che sono e quello che scrivo, a Giovanni, oltre che ai miei genitori, ai miei amici, a tutti gli altri maestri che ho avuto, ai tanti autori che ho letto, a mia moglie, ai miei figli, ai miei pazienti, al Buon Dio, ed un po’ anche a te, bè questo è difficile negarlo, ma forse è un po’ pleonastico sentirsi in dovere di metterlo per iscritto per essere sicuro di non far torto a nessuno.
    Confido che per primi sarebbero i veri Maestri ad annoiarsi. E non ho mai avuto dubbi che Giovanni sia uno di questi.

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  13. grazie per tutto lo spazio che hai dedicato a rispondermi. mi fa piacere esserti stata occasione di ricordi. ciao.

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  14. Ancora un'adetto dell'omphaloskepsis?
    A me piace di più guardare quelli delle donne. Il più bello é l'ovale verticale introflesso:-)

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