...che fare quando le borse crollano, i governi implodono, i vulcani eruttano, gli aerei bombardano, le zanzare insistono, e le notti non passano? Vivere, direi...
venerdì 25 dicembre 2009
Buon Natale
sabato 19 dicembre 2009
Moustapha, il semaforo ed un sorriso
domenica 13 dicembre 2009
Il "Galilei siciliano": Giovan Battista Hodierna
Dopo qualche tempo, probabilmente qualcuno si intenerì a vedere quel ragazzo che passava le notti all'addiaccio per guardare le stelle, ed ottenne il permesso di usare il campanile della chiesa di San Nicola per le sue osservazioni.
Queste scoperte, per quanto notevoli dal punto di vista scientifico, ebbero però un impatto molto limitato sulla storia dell'astronomia, e Hodierna, anche e forse soprattutto a causa dell'isolamento geografico in cui si trovava, lontano da tutti i centri del sapere dell'epoca, rimase semisconosciuto per i tre secoli successivi.
Fu soltanto nel 1985, grazie ad un articolo di Serio e Coll., dell'Università di Palermo, pubblicato sul Journal For the History of Astronomy, che fu riscoperta e rivalutata l'enorme portata di un suo scritto, di insospettata modernità: De admirandis Coeli Characteribus.
Grazie all'analisi di questo testo fu infatti possibile rivalutare la figura di Giovan Battista Hodierna, che assunse i contorni di un vero e proprio pioniere nella osservazione delle nebulose.
Dopo averle classificate, infatti, aveva elencato quelle da lui osservate, ed è stato così possibile dimostrare, purtroppo con tre secoli di ritardo, come egli da solo avesse osservato più nebulose di tutti gli astronomi di ogni tempo messi assieme, fino ad allora.
Questo articolo partecipa alla 20° Edizione del Carnevale della Matematica, ospitato da Annarita Ruberto sul suo blog matem@ticaMente
Giovan Battista Hodierna, profilo biografico e scientifico. Fonte: Mario Pavone, Giovan Battista Hodierna, Centro Studi “G.B. Hodierna”, Ragusa, 2003.
Giovan Battista Hodierna, un precursore di Messier alla corte del primo dei Gattopardi. Fredi De Maria.
http://www.messier.obspm.fr/xtra/Bios/hodierna.html
http://it.wikipedia.org/wiki/Giovan_Battista_Odierna
G.F. Serio, L. Indorato, P. Nastasi, 1985. G.B. Hodierna's Observations of Nebulae and his Cosmology. Journal of the History of Astronomy, Vol. XVI, No. 45, p. 1-36 (February 1985).
domenica 6 dicembre 2009
Susan Boyle, la Giornata della Salute Mentale, e lo stigma.
Ha già battuto tutti i record: primo in USA, Canada, Irlanda, Nuova Zelanda, Australia, Regno Unito. Ed ha già venduto, in poco più di due settimane, tre milioni di copie.
Nell'ultima pagina del booklet, Susan dedica l'album alla sua amata madre, alla quale aveva fatto la promessa di essere qualcuno.
domenica 8 novembre 2009
A proposito di sofferenza ed empatia...
Non male, direi...
mercoledì 4 novembre 2009
domenica 1 novembre 2009
Natuzza
sabato 31 ottobre 2009
Un ponte sul baratro che separa il nostro progresso scientifico da quello morale
martedì 27 ottobre 2009
Di zombie, vampiri, satanassi vari e della cara vecchia festa dei morti
sabato 10 ottobre 2009
lunedì 5 ottobre 2009
Biotestamento suicidario
venerdì 25 settembre 2009
Cocaina e decision making
La corteccia orbitofrontale, in particolare, è una importante struttura facente parte della zona più recente, in termini evolutivi, del cervello, ed è coinvolta nei processi di decision making, cioè nel prendere decisioni. Per la precisione, è coinvolta nell'evitare comportamenti le cui conseguenze si prevedono negative, o nell'entrare in azione per raggiungere un risultato desiderato.
domenica 20 settembre 2009
mercoledì 16 settembre 2009
Frecce tricolori




sabato 12 settembre 2009
L'incubo di Fortaleza
domenica 6 settembre 2009
Boffo, Feltri, ed il metamessaggio
mercoledì 26 agosto 2009
lunedì 24 agosto 2009
Latte pastorizzato
martedì 11 agosto 2009
Bebè Aido
sabato 8 agosto 2009
Il mio mare
mercoledì 5 agosto 2009
Calderoli e gli stipendi
Certo, se ne potrebbe usare anche qualcun altro.
domenica 26 luglio 2009
Vacanze
lunedì 20 luglio 2009
Del capirsi e del capire
infatti non quello che voglio io faccio,
ma quello che detesto...
Io trovo dunque in me questa legge:
quando voglio fare il bene,
il male è accanto a me.
Paolo di Tarso, Lettera ai Romani
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma accade e ne resto tormentato.
Catullo
domenica 12 luglio 2009
Ci sono più cose tra cielo e terra...
giovedì 25 giugno 2009
Nichilismo mortifero
giovedì 18 giugno 2009
Passeggiata catanese (con divagazioni a nessi associativi allentati)
Poi è più forte di me, devo rituffarmi nel pulsare della città che è stata anche mia per tredici anni.
Posteggio agli archi della Marina, e comincio la mia camminata dal mercato all'aperto: la cadenza cantilenante delle voci, il sole che abbacina, la vista e l'odore del pesce fresco, le foto antiche della città, il trovarsi quasi a contatto di pelle con una umanità esuberante, varia, indocile, guizzante; e poi via Etnea, il Duomo con i resti mortali della "santuzza", Agata la martire, anche lei indomabile già da ragazzina.
Entro ed esco dalle librerie che sono state mio riferimento continuo, ne trovo delle altre; e poi le pasticcerie e le gelaterie, i camerieri che continuano a portare granite di mandorla, caffè, limone, gelsi, ai tavolini che si affacciano sul salotto della città; il biancore di Piazza Università, una turista americana pallidissima che si muove come fosse nel deserto, avvolta in un velo leggero che le copre testa e volto. Un vecchietto col vestito "buono", camicia e giacca a maniche lunghe, che cammina lentamente, gracile, a passettini piccoli, e da un momento all'altro sembra cadere. Non cade.
E poi Piazza Stesicoro, e l'inizio dell'altro mercato all'aperto, vestiti e altro: una specie di Chinatown, dove non mancano però africani insieme agli indigeni.
Il chiosco è una tappa obbligata. Chiedo un "completo" con menta: c'è dentro orzata, seltz, limone, anice e menta. Mentre lo assaporo lentamente ad occhi socchiusi, riconciliandomi con l'Universo intero, mi sorprendo a pensare all'incrocio millenario di cromosomi da cui derivo, ed alla memoria incisa nell'inconscio collettivo della mia gente: e mi pare di veder danzare insieme siculi e sicani, greci e fenici, romani, arabi e normanni, ispanici e germanici, e poi ebrei, americani, pakistani, indiani, cinesi e filippini...
Ed ancora Archimede, Gorgia, Empedocle, Stesicoro, Epicarmo, le commedie e le tragedie, Federico II e la scuola siciliana, i Vespri, gli stupri subiti ed i riscatti cercati, le guerre sopportate e le dolcezze vagheggiate, e poi il barocco, e Bellini, De Roberto, Brancati, Verga e i Malavoglia, Pirandello, Tomasi di Lampedusa e il Gattopardo, Garibaldi e i briganti, la mafia e l'antimafia, Falcone, Borsellino, Livatino, Chinnici, Costa, Quasimodo e Fiume, Guttuso e Guccione...
Mi ritorna in mente quanto letto alcuni giorni fa su una rubrica a firma di Corrado Augias: con pensosa compunzione da sacerdote di un disincarnato moralismo amorale, rispondeva ad una lettrice che straparlava (male ovviamente) della Sicilia, ripetendo in sostanza il vecchio clichè della terra irredimibile (chi potrà salvare la Sicilia, più o meno era il senso, se non ricordo male).
Davvero in molti, negli ultimi tre millenni almeno, sono venuti cercando di "salvarci". Io non sento il bisogno di altri salvatori.
Se c'è una cosa che sto imparando da questa metafora gettata nel Mediterrraneo tra fuoco del vulcano e acqua di mare che è la mia terra, è che qui è dato di conoscere , fino ai limiti della vertigine, la carne di cui siamo fatti. E chi ha conosciuto la carne può dannarsi perdendosi in essa senza mai trovarla davvero, o redimersi degustandone in pieno e sposandone il mistero.
Questa redenzione è la sola salvezza in cui credo, e me la dà qualcuno che da Logos ha accettato di farsi carne.
Nulla a che fare con Augias, con rispetto parlando...
sabato 13 giugno 2009
Gheddafi in Italia: abbiamo vinto qualche cosa?
Ma nell'approcciarmi alle "originalità" degli uomini ho imparato a non soffermarmi tanto sui protagonisti, quanto su chi sta loro intorno, su come cerchi di adattarsi allo scuotimento delle fondamenta delle proprie sicurezze, dei propri rituali e dei propri stereotipi che il contatto con l'"originalità" necessariamente porta con sè.
A complicare le cose c'è il fatto che in questo caso, così come in tanti altri casi della storia, anche europea, il tipettino "originale" è pure un dittatore, e pure uno di quelli che non si fanno scrupoli di fare tanti danni.
Ed allora tutti, o quasi, a blandirlo, ad abbracciarlo, a far finta di non sentire le mostruosità che dice, o di non accorgersi di come si sia divertito ad umiliare le istituzioni italiane. Certo, ci sono ragioni di buon senso e di politica internazionale, oltre che pressanti ragioni economiche, che sono importanti da perseguire nell'interesse nazionale, ma continuo ad avere qualche dubbio sul fatto che con questi tipi sia utile, oltre che giusto, abbassarsi al di sotto dei limiti imposti dal decoro: nulla di più pericoloso ed infido del narcisismo patologico che coltivato, innaffiato con cura, incoraggiato, raggiunge la sua totale perfezione nel delirio di onnipotenza.
Ancora una volta, la storia europea dovrebbe aiutarci, a partire dal considerare quale fine abbiano fatto, ad esempio, tutti i patti siglati dal buon (si fa per dire) vecchio zio Adolf .
In ultimo, provo a togliere un piccolo sassolino dalla scarpa: la stessa Università "La Sapienza" (anche qui, purtroppo, si fa per dire) che, in nome di non si sa bene quale libertà, ha portato il papa innamorato della ragione a rinunciare a tenere la sua lectio magistralis, si è piegata a quella che mi sembra una umiliazione indicibile, quale il permettere al personaggio in questione, negazione vivente del concetto stesso di libertà e di ragione, di tenerla lui, la lectio magistralis. Lo ha fatto senza che nessuno tra i suoi docenti abbia non dico alzato la voce, ma neanche provato a mormorare timidamente qualcosa.
Tranne una, che ha fatto un appello ai suoi colleghi, senza ricevere nessuna adesione. L'ho appreso dal blog di Giorgio Israel, e mi sembra buona cosa copiare ed incollare quell'appello qui, visto che mi sembra di un equilibrio impeccabile e visto che lo condivido in pieno, sottoscrivendolo idealmente.
Al Magnifico Rettore Prof. Luigi Frati
Al Senato accademico
Ai colleghi dell'Università di Roma "La Sapienza"
Magnifico Rettore, cari colleghi,
apprendo con costernazione che l'Università di Roma "La Sapienza", che non ha saputo accogliere con rispetto e civiltà il papa Benedetto XVI, accoglierà il giorno 11 giugno il leader libico Moammar Gheddafi, che incontrerà la comunità accademica tutta in aula magna. Il comunicato reso pubblico recita che il sig. Gheddafi si rivolgerà in particolar modo ai nostri studenti.
Non so in quale sede accademica sia stata deliberata questa visita né per quali ragioni sia stata decisa.
Esprimo la mia ferma protesta circa l'opportunità di invitare solennemente il sig. Gheddafi, leader di un regime dittatoriale, a parlare nella nostra Università, che mi auguro dedita con sforzo congiunto di tutta la comunità accademica -al di là di ogni differenza politica- alla tutela dei principi di democrazia e libertà, che sono a fondamento della Costituzione repubblicana, e a tenere vivi tra i nostri giovani studenti sentimenti di profondo attaccamento alla libertà e alla pace.
Ricordo che pochi giorni fa è morto, dopo sette anni di patimenti nelle prigioni libiche, Fathi Eljahmi, dissidente libico che ha patito nelle carceri l'oppressione del regime di Gheddafi insieme alla moglie a al figlio maggiore solo per aver combattuto per il diritto di parola e per riforme democratiche. Mi chiedo se qualcuno nella comunità accademica della Sapienza potrà chiedere conto all'ospite del destino tragico di questo spirito libero e di tutti i suoi concittadini, meno noti, che per persecuzione politica sono stati costretti a tacere, sono stati imprigionati o sono stati espulsi dal paese.
Ricordo che i partiti politici sono vietati, che è vietato il diritto di sciopero, che la stampa è soggetta a censura, che la magistratura è controllata dal governo, che vi sono severe restrizioni al diritto di parola, di associazione, di manifestazione e alla libertà di religione. Ricordo che l'attuale regime libico ha espropriato ed espulso senza diritto di difesa le residue comunità ebraiche presenti in Libia e la Libia, storicamente centro di una fiorente comunità ebraica, è oggi uno Stato privo della presenza di qualunque cittadino di religione ebraica. Ricordo che nell'ambito delle Nazioni Unite il regime libico ha promosso ripetutamente campagne di attacco fazioso e violento contro lo Stato d'Israele ed è stato tra i promotori della conferenza Durban II, dalla quale l'Italia si è ufficialmente dissociata e alla quale si è rifiutata di partecipare.
Mi chiedo quali insegnamenti il sig. Moammar Gheddafi potrà impartire ai nostri studenti e perchè la nostra comunità accademica debba ascoltarlo senza una voce critica chiara e ferma. Se la diplomazia internazionale segue la propria strada, la comunità accademica dovrebbe sempre e comunque, con coraggio, parlare a tutela della libertà.
Prof. Bruna Ingrao
venerdì 5 giugno 2009
E' così che oggi noi potremmo ben considerare la psichiatria...
Bruno Callieri, Appunti per una Psicopatologia della Reciprocità.
mercoledì 3 giugno 2009
A vent'anni da Tien an Men
Di quei giorni penso che resti incancellabile l'immagine di quel ragazzo che da solo, armato di un incredibile coraggio, o di una assoluta disperazione, o forse di entrambi, riuscì a bloccare una colonna di carri armati sbarrando loro la strada col suo corpo.
E' vero che da lì partì un movimento che portò in modo imprevedibile, dopo pochi mesi, al crollo di tanti regimi comunisti e del muro di Berlino.
Ma è pure vero che in Cina le cose sono rimaste apparentemente le stesse, e la tentazione di considerare quelle migliaia di morti ammazzati come un tragico fallimento, quasi come una inutile follia, è forte.
Io continuo però a pensare che quell'uomo solo e disarmato, con un suo nome ed un suo volto che non ha voluto sottrarre al confronto, capace di fermare, anche se solo per poco, una forza anonima, vile, cieca, radicalmente stupida, resti un'immagine profetica.
Ed ho il vezzo di credere che le profezie, se sono realmente tali, prima o poi si realizzino...
martedì 2 giugno 2009
Il mondo è fatto...
David Le Breton, Il sapore del mondo. Un'antropologia dei sensi. Raffaello Cortina Editore, 2007.
sabato 30 maggio 2009
Il prestito della speranza
Chi vuole può contribuire anche con versamenti presso i seguenti conti correnti, con la speranza di ampliare ulteriormente la consistenza del fondo:
c/c bancario | Banca Prossima (Gruppo Intesa Sanpaolo) IT19 Q033 5901 6001 0000 0006 893 intestato a C.E.I. Prestito della Speranza in tutte le filiali del Gruppo Intesa Sanpaolo | |
c/c postale | 96240338 intestato a CEI - Colletta Prestito della Speranza e indicando nella causale |
domenica 24 maggio 2009
Falcone, Borsellino, e mio figlio.
Ieri era l'anniversario della strage di Capaci, e mi ha chiesto notizie su Falcone e Borsellino. Me lo sono messo sulle ginocchia, davanti al computer, abbiamo visto un pò di video su You Tube, ed ho cominciato a spiegargli un bel pò di cose dolorose e scomode, mentre sullo schermo scorrevano le immagini di vecchi spezzoni di documentari sui due giudici. Pensavo si annoiasse presto, invece ha continuato a chiedere di approfondire la cosa, e la discussione ha preso toni quasi metafisici, fino ad arrivare al tema del bene e del male.
Mentre un video mostrava Riina che a processo negava di aver mai avuto a che fare con cosa nostra (lo scrivo minuscolo apposta), mi ha chiesto: "Papà, ma com'è che si diventa così cattivi?"
Ho provato a dargli una specie di risposta adatta ad un bambino, cavandomela, spero, alla meno peggio. Prima di andare a dormire gli ho chiesto:"Da grande vuoi diventare come Riina e Provenzano, o come Falcone e Borsellino?".
"Come Falcone e Borsellino", convinto, con una bella luce di orgoglio negli occhi. Un attimo dopo, con appena un accenno di broncio, pensieroso, "però senza morire. A me piace vivere..."
sabato 23 maggio 2009
Precetti divini e precetto di Fini (quinta ed ultima puntata: sulla solidarietà)
Vangelo secondo Matteo 19, 16.19.
Ma quegli, volendo giustificarsi, chiese: "E chi è il mio prossimo?" . Gesù riprese: un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso» [...]
Vangelo secondo Luca 10,25-37.
Precetti di Fini
Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso
Finisco qui questa miniserie. Non perchè non si potrebbe continuare quotidianamente anche per secoli, ma perchè non voglio annoiarmi e soprattutto non voglio annoiare i miei tre o quattro lettori, e perchè credo basti a sottolineare il ridicolo e la gravità della conseguenza logica di certe affermazioni.
Di certo non basterà a fermarle, le affermazioni tragicamente ridicole, così come non basterà a fermare la deriva verso una polis fondata sul nulla, ma questo è leggermente al di sopra delle mie possibilità...
Almeno, però, ho detto. Augh.
Precetti divini e precetto di Fini (quarta puntata: sull' onestà dei cittadini e sull'amministrazione della giustizia)
Non dire falsa testimonianza
(Ottavo comandamento)
Precetto di Fini
Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso
venerdì 22 maggio 2009
Precetti divini e precetto di Fini (terza puntata: ancora sul tema della sicurezza)
Non uccidere
(Quinto comandamento)
Precetto di Fini
Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso
giovedì 21 maggio 2009
mercoledì 20 maggio 2009
Precetti divini e precetto di Fini (seconda puntata: sul tema della sicurezza)
Non rubare
(Settimo comandamento)
Precetto di Fini
Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso
martedì 19 maggio 2009
Precetti divini e precetto di Fini (prima puntata: sulla laicità dello Stato)
Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio
Vangelo secondo Matteo, 22, 15-22
Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso
Quiz rapido: uno dei due precetti è una minaccia alla laicità dello Stato. Scopri quale.
lunedì 18 maggio 2009
Fini: nuova impennata del logos
Mi pare di capire che ai suoi occhi questo sia un precetto da seguire religiosamente...
domenica 17 maggio 2009
Caronte in galera ed i clandestini annegati
Appena fa il suo ingresso in infermeria noto il suo sguardo, lucidamente disperato, ed un sorriso stolido, piatto, inespressivo.
E' in carcere per essere stato identificato come lo scafista responsabile della morte di diversi immigrati clandestini: li ha costretti a buttarsi in mare ancora lontano dalla costa, abbandonandoli a sè stessi. Aveva fretta di scappare e tornare indietro. Nessuna pietà, tanti bei soldini guadagnati. Solo che poi gli è andata male, e lo hanno preso.
Adesso è tormentato dalle voci delle sue vittime, notte e giorno.
In testa continuano a rimbalzarmi, mentre lui parla, idee importanti come epochè (sospensione del giudizio), empatia, relazione terapeutica.
Dalla pancia continuano a salire sensazioni forti di malessere, nausea, ed una specie di sottile vertigine.
Non sono di stomaco delicato: ho fatto questo mestiere nelle sue declinazioni più dure, ed ho visto e vissuto tante di quelle cose cose da non impressionarmi pressochè per nulla.
Questa volta però non riesco a prolungare la visita oltre lo stretto necessario richiesto dalla deontologia. Imposto una terapia farmacologica che fa al caso suo, raccomando per iscritto che venga sottoposto a sorveglianza per prevenire gesti insani, lo saluto, mi giro dall'altra parte, e chiedo che lo riportino in cella.
Ho bisogno di respirare aria pulita per un pò, prima di riuscire a mormorare una preghiera per lui, e per le creature senza nome che giacciono per sempre in fondo a quello stesso mare in cui vado a farmi i bagni d'estate.
Non l'ho più rivisto.
giovedì 14 maggio 2009
Il Carnevale della Matematica: grazie Annarita!
Direi che basterebbe questo incontro, insieme all'amicizia online stretta con alcuni altri lettori, per farmi superare i dubbi, che pure ancora a volte mi prendono, sul senso e l'opportunità di giocare con questa nuova modalità di comunicazione, per certi versi ancora non del tutto esplorata in tutti i suoi risvolti.
Ancora grazie Annarita, e grazie a chi spende un pò del suo tempo a dare un'occhiata alle cose che scrivo, magari lasciando traccia del suo passaggio con qualche parola di commento. Confesso che è diventata per me una piacevole abitudine, che ha un pò il buon profumo del caffè la mattina, quella di leggere le parole che gli avventori (pochi ma buoni) di questa mia strana locanda mi rivolgono.
giovedì 7 maggio 2009
Tina
E' mai possibile, cercavo di convincermi, che io mi stia rimbecillendo, o stia invecchiando, al punto di ridurmi a piangere davanti ad una ragazzina?
E' vero, sono argomenti più da Vercingetorige che da terapeuta. D'altronde, ognuno si difende come può...
giovedì 30 aprile 2009
No Potho Reposare
Io ci ho visto delle cose che la morte non può nemmeno sfiorare. Mi ha fatto bene...
venerdì 24 aprile 2009
John Forbes Nash jr

Mostra interesse soltanto per letture impegnative, riguardanti in particolare argomenti di matematica, che il padre, ingegnere elettrico, incoraggia fortemente.
Ad esempio, da piccolo si immerge nella lettura della Compton's Pictured Encyclopedia, compratagli dai genitori, piuttosto che giocare con i soldatini o con i suoi coetanei.
A scuola gli insegnanti non lo valorizzano tanto, e si accorgono più delle sue bizzarrie e delle sue inadeguate "abilità sociali" che della sua particolarissima propensione al pensiero scientifico e matematico.
Crescendo, continua a manifestare difficoltà relazionali evidenti. Ha una vita affettiva piuttosto piatta, poche amicizie, non manifesta interesse per le relazioni sentimentali.
Negli anni della scuola superiore è in grado di dimostrare il teorema di Fermat e si trastulla con esperimenti di elettrotecnica e chimica.
Frequenta il College in quella che oggi è la Carnegie Mellon University, a Pittsburgh. Comincia con i corsi di chimica, ma ad un certo punto si annoia perchè incontrava "difficoltà con l'analisi quantitativa, che era una questione non di quanto uno potesse pensare bene e capire o apprendere i fatti, ma di come uno fosse capace di maneggiare una pipetta o eseguire una titolazione in laboratorio".
Passa a frequentare matematica, e si appassiona anche ad un corso di economia internazionale.
Laureatosi, entra a Princeton. Porta con sè una lettera di presentazione del rettore piuttosto sintetica; c'è scritto soltanto "Quest'uomo è un genio".
A Princeton elaborerà, nell'ambito della teoria dei giochi, il concetto che quarant'anni dopo gli varrà il premio Nobel per l'economia, la "teoria dell' equilibrio di Nash".
Così lo ha spiegato recentemente in un'intervista rilasciata al settimanale L'espresso: "Un gioco può essere descritto in termini di strategie, che i giocatori devono seguire nelle loro mosse: l'equilibrio c'è, quando nessuno riesce a migliorare in maniera unilaterale il proprio comportamento. Per cambiare, occorre agire insieme".
Sempre a Priceton incontrerà Einstein, e cercherà di parlargli delle sue teorie, ottenendone l'invito a studiare di più.
Nel 1951 si trasferisce al M.I.T. di Boston.
E' negli anni successivi che esordisce in modo conclamato la schizofrenia paranoide, che fino ad allora si era mostrata in modo insidioso, lento, processuale, attraverso i tratti di personalità premorbosa peculiari di questa malattia, quali la tendenza al ritiro sociale, il distacco nelle relazioni interpersonali, disturbate da freddezza, sospettosità, comportamenti bizzarri.
Fanno la loro comparsa deliri a contenuto persecutorio, di grandezza, mistico. Crederà negli anni successivi di essere a capo di un governo universale, di essere l'imperatore dell'Antartide, il piede sinistro di Dio. E' afflitto da allucinazioni. Vede messaggi criptati che attribuisce agli extraterrestri. I suoi studenti cominciano a chiamarlo "il fantasma di Fine Hall".
Ha una relazione con una donna più anziana, dalla quale ha un figlio: anche lui diventerà schizofrenico.
Successivamente sposerà un'altra donna, che resterà sempre con lui, pur affrontando notevoli sacrifici.
Comincia ad essere sottoposto a periodici ricoveri obbligatori, ed attraverserà periodi in cui condurrà una vita vagabonda in Europa. Per diversi anni non è in grado di lavorare, se non negli intervalli della malattia.
Finalmente negli anni novanta le condizioni cliniche migliorano in modo significativo, soprattutto sul piano dell'esame di realtà, e torna ad integrarsi lentamente con il mondo accademico.
Nel 1994 gli viene assegnato il premio Nobel per l'economia. Nel 2001 esce, per la regia di Ron Howard, il film "A beautiful mind", nel quale Russell Crowe interpreta proprio John Nash.
Attualmente continua a svolgere la sua attività di matematico.
Così finisce una recente intervista rilasciata al giornalista Mario Calabresi per il quotidiano "La Repubblica" dell'11/03/2009:
Quest´anno lei compie 81 anni, dopo il Nobel è tornato ad insegnare e ha avuto quei riconoscimenti che non si aspettava più di ricevere, ma ha dei rimpianti? 'Ho raggiunto un età in cui il tempo è tutto alle spalle e certo avrei potuto avere fortuna migliore, aver fatto cose più grandi e sprecato meno tempo, ma non sono cose attraenti a cui pensare. La settimana scorsa ho incontrato George Soros e mi sono reso conto che abbiamo pressapoco la stessa età ma lui ha guadagnato molti più soldi di me ed è milionario'. John Nash apre le braccia, si guarda in giro nella stanza piena di cataste di posta mai aperta e di libri, poi mi mostra una foto del figlio: 'Anche lui è schizofrenico, speriamo che guarisca, ma ha già cinquant´anni. Io ce l´ho fatta ad uscirne e la mia ultima speranza oggi è che anche lui trovi una strada'."
Riferimenti
http://nobelprize.org/nobel_prizes/economics/laureates/1994/nash-autobio.html
http://it.wikipedia.org/wiki/John_Nash
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/John-Nash-genio-e-follia/2001647/9
http://bibliogarlasco.blogspot.com/2009/03/john-nash-ecco-i-numeri-della-crisi.html
http://www.youtube.com/watch?v=7zMz3l7IXKA
mercoledì 22 aprile 2009
Ombelico, libertà e responsabilità
Mettersi in una posizione comoda, possibilmente seduti, nudi. Sporgere in avanti e verso il basso la testa, osservando attentamente una cicatrice al centro dell'addome, generalmente introflessa, a volte estroflessa (particolare questo di nessuna importanza). Chi avesse difficoltà può servirsi di uno specchio.
La cicatrice ce l'abbiamo tutti: si chiama ombelico.
Sta lì a ricordare che nessuno si è dato da sè, e che non esiste un Io senza un Noi che lo precede.
Dalla tensione continua tra Io e Noi, nasce reciprocamente il riconoscimento della libertà dell'Io e delle conseguenze sul Noi che l'esercizio di questa libertà comporta.
Si chiama responsabilità.
Libertà individuale va insieme a responsabilità morale nei confronti del mondo, altrimenti il suo nome si muta in follia.
P.S. Debbo l'idea "dell'ombelico", insieme ad alcuni aspetti della mia crescita professionale ed umana, ad un Maestro che ha significato e continua a significare molto per me, il Prof. Giovanni Salonia. Un grazie particolare ad Agata, che mi ha aiutato a ricordarlo ed a colmare così una mia mancanza, involontaria ma importante, nel non averlo menzionato prima.
sabato 18 aprile 2009
E se scrivessimo due parole all'Ambasciatore del Belgio?
L’Ambasciatore del Regno del Belgio, dietro istruzioni del Ministro degli Affari Esteri, ha fatto parte all’Ecc.mo Mons. Segretario per i Rapporti con gli Stati della Risoluzione con cui la Camera dei Rappresentanti del proprio Paese ha chiesto al governo belga di "condannare le dichiarazioni inaccettabili del Papa in occasione del suo viaggio in Africa e di protestare ufficialmente presso la Santa Sede". L’incontro si è svolto il 15 aprile c.m.
La Segreteria di Stato prende atto con rammarico di tale passo, inconsueto nelle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Regno del Belgio. Deplora che una Assemblea Parlamentare abbia creduto opportuno di criticare il Santo Padre, sulla base di un estratto d’intervista troncato e isolato dal contesto, che è stato usato da alcuni gruppi con un chiaro intento intimidatorio, quasi a dissuadere il Papa dall’esprimersi in merito ad alcuni temi, la cui rilevanza morale è ovvia, e di insegnare la dottrina della Chiesa.
Come si sa, il Santo Padre, rispondendo ad una domanda circa l’efficacia e il carattere realista delle posizioni della Chiesa in materia di lotta all’AIDS, ha dichiarato che la soluzione è da ricercare in due direzioni: da una parte nell’umanizzazione della sessualità e, dall’altra, in una autentica amicizia e disponibilità nei confronti delle persone sofferenti, sottolineando anche l’impegno della Chiesa in ambedue gli ambiti. Senza tale dimensione morale ed educativa la battaglia contro l’AIDS non sarà vinta.
Mentre, in alcuni Paesi d’Europa, si scatenava una campagna mediatica senza precedenti sul valore preponderante, per non dire esclusivo, del profilattico nella lotta contro l’AIDS, è confortante costatare che le considerazioni di ordine morale sviluppate dal Santo Padre sono state capite e apprezzate, in particolare dagli africani e dai veri amici dell’Africa, nonché da alcuni membri della comunità scientifica. Come si può leggere in una recente dichiarazione della Conferenza Episcopale Regionale dell’Africa dell’Ovest (CERAO): "Siamo grati per il messaggio di speranza che [il Santo Padre] è venuto ad affidarci in Camerun e in Angola. E’venuto ad incoraggiarci a vivere uniti, riconciliati nella giustizia e la pace, affinché la Chiesa in Africa sia lei stessa una fiamma ardente di speranza per la vita di tutto il continente. E lo ringraziamo per aver riproposto a tutti, con sfumatura, chiarezza e acume, l’insegnamento comune della Chiesa in materia di pastorale dei malati di AIDS".
Questa è la replica ufficiale della Santa Sede alla risoluzione del parlamento belga contro papa Benedetto XVI.
Chi vuole far notare ai politici belgi che non accetta che la libertà di espressione e di opinione di chicchessia venga messa sotto tutela, sia se a farlo sia la Cina con il Dalai Lama, sia che provino a farlo Paesi "democratici" come il Belgio con il Papa...
Chi vuole fare notare ai politici belgi che magari qualcuno ci resta male, per dire così, che al Papa ed alla visione del mondo cristiana, che, piaccia o no, conta ancora qualche milione di estimatori, si continui a mancare di rispetto in modo sempre più volgare, superficiale, becero...
Chi vuole ricordare ai politici belgi che di inaccettabile per L'Africa e gli Africani, forse ci sarebbe il recente passato coloniale del loro Paese, con lo sfruttamento senza scrupoli e la depredazione di risorse naturali di intere nazioni; e che magari avrebbero potuto indirizzare meglio la loro sollecitudine per la vita ed il benessere delle popolazioni africane approvando una risoluzione che chiedesse loro scusa per quanto sopra...
Chi vuole semplicemente dire "sono indignato"...
...Può farlo, se vuole, al seguente indirizzo email della Ambasciata del Belgio in Italia: ambelrom@tin.it, mettendo come oggetto "Mozione del parlamento belga contro Sua Santità Benedetto XVI", intestando l'email "A Sua Eccellenza l'Ambasciatore del Regno del Belgio in Italia", ed aggiungendo nome, cognome e città di residenza.
Io l'ho fatto.
sabato 11 aprile 2009
Maria prima della resurrezione secondo Alda Merini
abiti nel mio cuore,
lasciate pure che del vento della mia giovinezza
e dei miei grandi amori stellari
non rimanga più nulla,
lasciatemi nella prigione del dolore.
L'amore di Dio
era una grande prigione
entro la quale ho cantato i miei alleluia, la mia giovinezza,
l'attesa di questo figlio.
Ma ora ogni suo chiodo
mi strappa la carne.
Pensavo che i Profeti
avrebbero avuto misericordia
di una povera madre,
ma invece non è così.
La morte odora di fresco,
la morte è una seconda resurrezione,
la morte è un giardino immenso.
Ma per entrare in questo giardino
bisogna conoscere il senso della morte.
Nessuna donna come me
si è vista strappare le viscere dal cuore,
la carne dal suo sentimento.
Come dire a Dio Supremo
che il mio amore era fatto di carne,
che il mio amore era fatto di lacrime,
che il mio Gesù
è nato su un trono di luce,
che è cresciuto
nel più grande degli anfiteatri,
che è il re di tutta la terra?
Qualsiasi madre direbbe la stessa cosa,
ma questo era il Dio vero,
ma questo era veramente il Messia.
L'ora della verità mi è sopra
ed è un tremendo terremoto,
ma mio figlio risorgerà
e la sua resurrezione
avvolgerà l'universo.
Mio figlio è veramente il Messia,
mio figlio è il Re dei Re.
Alda Merini, da: Magnificat, un incontro con Maria, Frassinelli 2002.
Buona Pasqua
mercoledì 8 aprile 2009
Edith Stein, l'empatia e la Scientia Crucis

Discepola di Husserl, fondatore della fenomenologia, caratterizzò i suoi studi , tra l'altro, anche per l' approccio di tipo antropologico filosofico, dove metteva al centro dell'indagine fenomenologica la persona umana (cfr Anna Maria Pezzella, "L'antropologia filosofica di Edith Stein", Città Nuova, Roma 2003). Sviluppò i suoi studi approfondendo sia l'ambito della interiorità dell'essere umano, sia quello dei rapporti interpersonali. Centrale e di grandissima modernità, è il concetto da lei sviluppato ed approfondito di Einfühlung (intuizione empatica). Basti pensare, per considerarne l'attualità nell'ambito delle scienze umane e delle relazioni d'aiuto, alle recenti scoperte (tra gli anni '80 e '90) di Rizzolatti e Coll., ricercatori dell'Università di Parma, riguardanti i neuroni specchio, considerati da molti la più importante scoperta delle neuroscienze degli ultimi decenni. I neuroni specchio possono essere considerati la base neurobiologica del concetto di empatia, così finemente elaborato dalla Stein settant'anni prima su basi esclusivamente filosofiche. La ricerca sull'uomo, in Edith Stein, non fu mai sganciata dalla ricerca sul senso della sua stessa esistenza.
Di famiglia ebrea, orfana di padre poco dopo la sua nascita, fu atea per gran parte della sua giovinezza, pur mostrando sempre grandissimo rispetto per la profonda fede della madre, che accompagnava sempre alle funzioni della sinagoga, ed un assoluto senso di appartenenza al suo popolo. A casa di una coppia di amici di fede evangelica trova una sera l'autobiografia di Santa Teresa d'Avila. La legge tutta in una notte, ed alla fine esclama "Questa è la verità". Di lì a poco riceverà il battesimo, ed il 15/04/1934 entrerà nel Carmelo di Colonia con il nome di madre Teresa Benedetta della Croce. Al contrario di quello che pensavano la maggior parte dei suoi parenti ed amici ebrei, compresa la madre che visse con grande dolore e senza capirla, pur nel rispetto, la scelta della figlia, la sua conversione al cattolicesimo non significò mai per lei rinnegare il suo essere ebrea. Anzi continuò ad essere sempre fiera di essere figlia di Israele, ed al padre gesuita Hirschmann scrisse "Non può immaginare che significhi per me essere figlia del popolo eletto: significa appartenere a Cristo non solo con lo spirito, ma con il sangue". Da subito la vita mistica di Edith si incentrò sul mistero della Croce, che volle portare con sè anche nel nome.
«La sera del Venerdì santo, ai piedi della croce. Il dolore della Madre di Dio è grande come il mare, lei vi sta immersa, ma è un dolore contenuto, ella trattiene con fermezza il cuore con la mano, perché non si spezzi, la morte vera appare in modo quasi spaventoso dalla bocca semiaperta del Salvatore. Ma la sua testa è rivolta verso la Madre, come per consolarla, e la croce è tutta luce: il legno della croce è divenuto luce del Cristo».
Marco Iacoboni, I neuroni specchio, Bollati Boringhieri 2008